BALLARD - VIII - VENGA IL TUO REGNO
Nota: tutta la Retrospettiva Ballard è in fase di ampliamento e
revisione; tutti i post saranno ripubblicati con nuovi contenuti.
Regno a venire (2006) è l'ultimo romanzo di James G. Ballard e chiude una quadrilogia, iniziata con Cocaine nights, nel quale viene descritto quello che potrebbe essere il "mondo nuovo", la discesa sempre più disperata nella frenesia del consumismo e nell'ultra-violenza come rimedio alla noia data dai comfort e come fuga dalla società supercontrollata. In questo libro Ballard mette al centro del discorso il potere della pubblicità e del consumismo.
Regno a venire (2006) è l'ultimo romanzo di James G. Ballard e chiude una quadrilogia, iniziata con Cocaine nights, nel quale viene descritto quello che potrebbe essere il "mondo nuovo", la discesa sempre più disperata nella frenesia del consumismo e nell'ultra-violenza come rimedio alla noia data dai comfort e come fuga dalla società supercontrollata. In questo libro Ballard mette al centro del discorso il potere della pubblicità e del consumismo.
Il Metro Center è un immenso complesso
commerciale, sportivo e turistico che domina un sobborgo londinese, e
che oltre a essere un tempio del consumismo per gli abitanti della
cittadina, diventa presto la culla di attentati, comportamenti
razzisti, un vero e proprio movimento nazionalista nascosto sotto
apparenze liberaliste. Pearson è un pubblicitario fallito il cui
padre è stato ucciso durante una sparatoria al Metro Center.
Trovandosi ad indagare sulle circostanze della sua morte, conosce i personaggi ambigui che governano la cittadina:
una dottoressa annoiata, il proprietario del Metro Center, il
presentatore televisivo della rete privata del complesso commerciale.
Intanto, la massa degli abitanti cerca un nuovo messia che possa spiegare la loro stessa esistenza.
Ballard è ancora didattico in
Kingdom Come, che letteralmente significa Venga il (tuo)
regno. Il regno del consumismo più frenetico e violento, quasi
una regressione animalesca a colpi di ultramodernità. Il ruolo che
nella società arcaica aveva la Chiesa e, più in generale, il credo
religioso, oggi viene assunto dal consumismo e dai simboli che
lo rappresentano, centri commerciali e spot televisivi. Difendere il
tempio e il credo, ma soprattutto prenderne atto e definirne se
stessi, significa combattere contro la minoranza disadattata, come i
ghetti di immigrati sempre più diffusi, e pertanto il passo verso forme di neo-nazismo è naturale e assolutamente lecito.
È questo il monito che Ballard ci fa
con la sua ultima opera di fiction che, in termini di modernità, è la più vicina a noi: il marketing – e il webmarketing oggi più
che mai – si rivela per ciò che è, ovvero l'arma psicologica più
distruttiva dell'era moderna, in grado di guidare i pensieri della
gente, di denaturalizzare i comportamenti. E non c'è scampo: proprio
come Pearson che, ogni volta che tenta di fuggire, viene spinto di
nuovo verso il Metro Center, quasi che anche le strade cambino la
loro geografia per servire un nuovo Dio.
E le auto, le strade (Crash) e i
desideri fisici, naturali, tecnologici... Tutto ciò è
accennato ma non è certo
storia passata. Sembrano quasi grossolani Crash, La mostra delle atrocità, Il paradiso del diavolo, in confronto al
subliminale dilagante nel "mondo nuovo", ma è qui che il
percorso si conclude: dalle catastrofi planetarie alle stragi nei villaggi vacanze, fino al silenzioso e docile lavaggio del cervello a colpi di acquisti, con meno clamore ma lo stesso risultato. Un epilogo disarmante.
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