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Visualizzazione dei post da novembre, 2013
mattbriar

COUNTING CROWS 2002-08: HARD CANDY & SATURDAY NIGHTS

Di tre anni in tre anni si arriva al 2002, all’uscita di Hard Candy, disco ancora diverso dai precedenti che proietta i Crows verso una maggiore popolarità. Premesso che non c’è un cattivo album dei Counting Crows, questo è forse l’album che più risente dell’influsso mainstream. Duritz ha detto di essersi concentrato sui riff, sulle strofe e sui ritornelli, per creare canzoni orecchiabili con un sapore anche un po’ retrò (sempre in senso westcoastiano). Ci riesce in parte; l’album tende involontariamente a spezza…

COUNTING CROWS 1996-99: RECOVERING THE SATELLITES & THIS DESERT LIFE

Recovering The Satellites esce tre anni dopo August, nel 1996, come un’ideale seguito del primo lavoro. Il sound si fa più pieno, a tratti più standard, più commerciale – inoltre, qui Duritz canta molto dei problemi legati all'essere famoso – ma l’impatto è comunque forte: ci sono brani-icona della band come “A Long December” o “Angels Of The Silences”, ci sono cose più particolari come “Mercury” e “Monkey”, c’è una lenta al pianoforte, “Miller's Angels”, ci sono “Recovering The Satellites”, “Children in B…

COUNTING CROWS 1993: AUGUST AND EVERYTHING AFTER

I Counting Crows nascono all’inizio degli anni 90 e con il primo singolo, “Mr. Jones”, e il primo album, August and Everything After, diventano subito celebri nel panorama della musica rock e pop. La loro musica è mainstream, ma ciò non è sinonimo di becera commercialità. La loro musica, in effetti, è la dolce risposta westcoastiana al ruvido grunge che imperversava in quegli anni. I Crows incarnano l’ideale moderno di West Coast, di gruppo californiano, attento ai molti e controversi aspetti della propria carrie…