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P. K. DICK: LOTTERIA DELLO SPAZIO (IL MONDO CHE DICK CREÒ)



Le edizioni che Fanucci sta pubblicando da una decina d'anni nella Collezione Dick, oltre a essere un'occasione imperdibile per mettere insieme la collezione di questo importantissimo e prolifico autore, propongono nuove traduzioni che rendono maggior giustizia alla profondità e al postmodernismo intrinseco delle opere di Philip K. Dick, vero e proprio filosofo del domani. Vi propongo qui, a partire da questo primo articolo, una serie di articoli che seguiranno la mia lettura in ordine di composizione di tutti i romanzi dickiani. Comincerò dal romanzo che ha segnato il suo esordio editoriale, anche se non è il suo primo romanzo (alcuni testi scritti nei primi anni, sia fantascientifici che non, sono stati pubblicati postumi).
Scritto nel 1954 e uscito nel '55, Lotteria dello spazio (in Italia conosciuto anche con il titolo di Il disco di fiamma) ci presenta la sua prima visione del futuro. Il sistema di governo della Terra è una sorta di “bingo collettivo” grazie al quale vengono assegnati dei titoli governativi ai vincitori, i Quizmaster, in modo apparentemente casuale. Ted, il protagonista, rimasto senza lavoro, viene assunto da Leo Cartwright ma poco dopo questi diventa il nuovo Quizmaster. Così Ted viene invischiato in un complotto contro Cartwright che lo porterà alla verità sul sistema di controllo politico in atto, basato su tutt'altro che casualità e fortuna.
Dick non calca la mano nel descrivere la sua palese distopia, che pure ha un che di orwelliano (difficile che una distopia basata sul controllo socio-politico non ne abbia, specie in quest'epoca). Dick dipinge uno scenario prima di tutto grottesco, prendendo a nolo (come farà abitualmente) elementi del suo presente in un'epoca in cui il totalitarismo è ancora qualcosa di molto vivido. Il concetto alla base del gioco della lotteria si basa sul metodo "Minimax" applicato dai servizi segreti USA e URSS durante la Seconda Guerra Mondiale.


Il lettore si trova al centro di un complicato intrigo mentre segue fianco a fianco Ted, un antieroe, un uomo comune che vive una crisi, solo contro il mondo (la storia inizia con lui che perde il lavoro). Suo malgrado dovrà reagire alla macchina che si mette in moto intorno a lui. Così facendo metterà a nudo i lati peggiori del sistema di cui è parte.
L'opposizione tra casualità e intenzione è forse il concetto principale insito nel testo, ma in generale si avverte un vero tripudio di idee che arricchiscono una trama tutta curve, ma frettolosa. Un po' come se l'autore procedesse ai novanta all'ora su una strada di montagna piena di tornanti. Lotteria risente di una mano ancora acerba che non esprime le potenzialità al meglio, ma bilancia questa mancanza con con grande spontaneità. Il testo è spiccio, fluido, senza pesantezze filosofiche, una sequenza di scene e dialoghi. E come primo passo in questa lunga bibliografia è a dir poco promettente.
Dick non diventerà mai un Signor Romanziere con lettera maiuscola, e i suoi testi brilleranno sempre e soprattutto per le visioni e le idee espresse, non per l'eleganza o la forma delle storie. Per amarlo occorre rispettare il fatto che Dick non abbia mai sentito il bisogno di essere perfetto per esprimere il suo pensiero e arrivare al dunque nei suoi testi. Forse perché, saggiamente, sapeva che la perfezione è impossibile, e sacrificare la spontaneità in nome di una perfezione irraggiungibile è uno sforzo privo di senso.

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