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DAN SIMMONS: FLASHBACK, IL CROLLO DELL'OCCIDENTE


Dan Simmons, noto per essere l'autore del ciclo di Hyperion (che io non ho ancora letto), ha pubblicato nel 2012 il romanzo Flashback. La storia è quella dell'ex detective Nick Bottom, assuefatto dalla droga chiamata flashback, vedovo della moglie Dara, anche lei poliziotta. Nick viene assoldato dal miliardario Nakamura per rintracciare l'assassino di suo figlio, un omicidio irrisolto avvenuto sei anni prima. La scoperta della verità dietro l'omicidio porterà a rivelazioni politiche molto pesanti. Nel frattempo suo figlio Val fugge da una gang terroristica in cui è rimasto invischiato e, insieme al nonno Leonard (il padre di Dara), raggiunge Nick per ricongiungersi dopo anni di separazione e fare i conti con il passato.
L'aspetto che salta subito all'occhio, già dopo poche pagine, è l'interesse di Simmons verso il panorama sociale e politico che caratterizza la sua realtà alternativa, collocata in un futuro non troppo lontano. Il tono distopico è evidente, ma l'autore tratteggia con dovizia di dettagli la sua storia alternativa, la dominazione Giapponese, il crollo degli USA e i disordini che permeano il globo. Fa uso di molti riferimenti alla scena politica del momento in cui scrive, citando per esempio Obama, con l'evidente intenzione di rendere il suo mondo un'ipotesi molto realistica di futuro distopico a breve termine (ed è questo, a mio parere, il messaggio che Simmons vuole tramandarci attraverso Flashback). E, dettaglio importante, tutto ciò senza diventare pedante o prolisso. Oltretutto le premesse giocano poi un ruolo importante nell'epilogo della storia.
La vicenda personale di Nick (ma anche quella di Val), la sua dipendenza dalla droga (il flashback fa rivivere i momenti più felici o eccitanti del passato) e il suo essere chiuso in un vortice di isolamento e autodistruzione (la perdita di Dara), ricordano molto Philip Dick e la fantascienza più oscura e “sporca”. In effetti in tutto il romanzo ritroviamo ambientazioni alla Blade Runner, ci immaginiamo molte scene svolgersi in quelle stesse atmosfere fatte di nebbia e neon. Che sia una scelta o semplicemente una suggestione inevitabile per il lettore, poco importa in quanto l'impatto del romanzo è comunque positivo.


Un appunto riguardo il finale: mi sembra che Simmons abbia dato troppo peso all'epilogo politico invece che a quello personale. Nella lettura assistiamo innanzitutto alle vicende personali di Nick e di Val, personaggi dotati di forti identità, al centro delle macchinazioni. Il finale invece risolve con eccessiva rapidità e semplicità la loro storia, propendendo per dare maggior rilevanza a Nakamura e lo sfondo politico. Sebbene sin dall'inizio appaia evidente che il caso di omicidio non sarà risolto semplicemente trovando il colpevole (non è certo un romanzo giallo), mi sarei atteso qualcosa di più godibile a livello narrativo, se non altro per l'ottima scrittura di Simmons, che conduce il lettore per mano con leggerezza e stile una pagina dopo l'altra.
Come primo libro di Dan Simmons che leggo ne sono rimasto piacevolmente sorpreso, se non per le idee (Flashback non ha trovate originalissime alla base) di certo per la sua capacità narrativa (ha sviluppato bene le idee e, soprattutto, sa scrivere). Dunque mi butterò con gioia su Hyperion molto presto.
Pagella: idee alla base ***;  sviluppo **** ;  consigliato ****



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