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P. K. DICK: LE TRE SIMMATE DI PALMER ELDRITCH (METTERE IN COMMERCIO LA VITA ETERNA)



"Dio promette la vita eterna […]. Io posso fare di meglio: posso metterla in commercio."

I coloni terrestri su Marte, per svagarsi, usano una sostanza psicotropa che li fa sprofondare in un'allucinazione estremamente vivida. Per funzionare, la droga si abbina all'uso di plastici che riproducono l'immagine ideale della casa e della famiglia terrestri (in effetti Dick si è basato sulla Barbie). La società di Leo Bulero detiene il monopolio dei plastici e viene messa a repentaglio dal ritorno di Palmer Eldritch, imprenditore e avventuriero spaziale, con una nuova sostanza dalle qualità superiori alla droga d'uso comune. Mayerson, un dipendente di Bulero dotato di capacità precognitiva, viene inviato su Marte a far fronte alla minaccia. Palmer è in realtà posseduto da un'entità aliena e il commercio della droga è in realtà la copertura di un tentativo d'invasione.
Poche righe che compattano la trama all'essenziale ma che non rendono certamente giustizia alle sfaccettature di Le tre stimmate di Palmer Eldritch. In questo romanzo nulla è certo e tutto è in movimento: siamo di fronte a uno dei testi più visionari e profondi non solo di Dick ma della narrativa fantastica del Novecento.
L'assunzione della droga, qui, è più simile a un rito metafisico di passaggio a un mondo o tempo alternativo. Per poter “traslare”, si ha infatti bisogno, oltre alla droga, anche di plastici che riproducono il mondo del passato (il presente di Dick). Assumere droga non serve a “stonarsi” ma a connettersi a una realtà diversa, analogamente alla connessione nel Matrix o ancor più al videogame organico in ExistenZ di David Cronenberg. Si tratta di un concetto chiave, questo, che riverbera nella poetica dickiana più matura, assumendo sempre maggior peso nella fase finale dello scrittore.
Negli anni 70 l'autore dichiara di credere nell'esistenza di una realtà alternativa a cui l'uomo potrebbe essere inconsciamente connesso (più o meno la trama di Matrix). Sebbene abbozzato in altri lavori precedenti, a cominciare da Occhio nel cielo, è in Stimmate che il tema diventa centrale, nonostante il romanzo non si focalizzi tanto sull'esplorazione della realtà alternativa ma piuttosto sullo scenario retrostante, cioè gli intrighi di potere e denaro che mirano allo sfruttamento commerciale di questa risorsa.
E non è tutto: Dick inserisce, come fa spesso, la presenza minacciosa di una razza aliena intelligente che intende predominare su di noi proprio sfruttando la droga come arma, come metodo per soggiogarci facendo leva sulle nostre debolezze (più che la droga in sé, lo sono in effetti i giochi di potere e di denaro che ne legittimano il traffico).

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Figure centrali nel romanzo, poi, sono quelle dei precog, individui capaci di presagire gli eventi futuri e quindi di intervenire per modificare le probabilità di tali eventi. Nemmeno il precog, tuttavia, riesce a prevedere tutti i risvolti di ciò che sta per accadere. Persino qui Dick non va del tutto a fondo in questa sua grande idea, rilevante solo nella prima metà del romanzo.
Il libro è costruito su una molteplicità di elementi geniali che danno origine a varie possibilità interpretative. È la storia di un'invasione da parte di un'entità aliena, dal momento che questa controlla la mente di Palmer e mira all'umanità. È la storia di un antiCristo che ibrida in sé la carne, la tecnica e il divino, e che instaurerà una nuova inimmaginabile realtà. È una storia di droghe legittimate e di una guerra del controllo. Ma più di tutto il resto è una discussione sul labile confine tra allucinazione e realtà, sulla cessazione della linearità temporale in cui siamo a nostro agio, sul confondere livelli di realtà diversi (quella “concreta” e quella a cui si accede tramite la droga: a un certo punto del libro si ha la sensazione di non capire più in quale livello ci si trovi e dove si collochino i fatti narrati).
A tutte queste tematiche Dick è sempre più sensibile. Ricorrente anche in Stimmate, sebbene non in modo centrale, è la presenza di figure femminili e di relazioni sentimentali/sessuali problematiche e ossessive. All'opposto di Follia per sette clan, Stimmate (scritto nello stesso anno, il 1964) è un romanzo solido e indimenticabile.

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