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P. K. DICK: OCCHIO NEL CIELO (CONTRO L'AMERICA DEGLI ANNI 50)



A seguito dell'incidente in un acceleratore di particelle, alcuni scienziati si trovano catapultati all'interno di mondi alternativi partoriti dalla mente di ciascuno di loro. In uno di essi i miti religiosi cristiani, come angeli e miracoli, si materializzano e sono all'ordine del giorno, e i dogmi sono più di un semplice dovere. In un altro, tutto ciò che è ritenuto "sporco" (cose, idee, persone) viene fatto sparire in nome di un regime ultra-borghese. In un altro ancora il capitalismo americano è stato soppiantato dal comunismo.
Philip K. Dick scrive Occhio nel cielo nel 1955 e riesce a pubblicarlo due anni dopo. Nonostante l'approccio serio, l'intento di questo romanzo è sottilmente parodistico. Grazie allo stratagemma narrativo della rotazione di scenari e personaggi, Dick riesce a trasmettere una feroce critica su vari fronti al suo presente, l'America puritana degli anni Cinquanta. Gli scenari dove predominano bigotteria, moralismo e religione, partoriti da menti altrettanto ossessionate, sono espliciti da questo punto di vista. Anche l'ucronia del terzo scenario (che anticipa la massiccia operazione che Dick farà nel celebre La svastica sul sole) ironizza sulle paranoie legate alla minaccia sovietica che imperversano a quell'epoca. 


I protagonisti sono intrappolati in mondi irreali, illusori, di cui cercano i confini che permettano loro di riconoscerli e poi di uscirne: questa è la più grande intuizione di Occhio nel cielo. Getta le basi del più importante asse tematico di Dick, che prenderà corpo in Scorrete lacrime, disse il poliziotto, Ubik, Un oscuro scrutare e altri testi fondamentali. La messa in dubbio della realtà, l'impossibilità di dichiarare autentico il mondo in cui si è immersi da un punto di vista sensoriale.
Gli scienziati, anziché composti luminari, sono personalità oscure e nevrotiche che si scontrano con le reciproche, malsane fissazioni. Già questo è sufficiente a renderli molto meno nobili di tanti “colleghi” di altra coetanea fantascienza che esplorano nuovi mondi in nome del progresso. Il personaggio-tipo dickiano ha già una forma compiuta (ne ho parlato nell'articolo sul secondo romanzo di Dick, E Jones creò il mondo). Naturalmente questo è un ulteriore livello di parodia che prende di mira proprio la sci-fi in voga nel periodo d'oro.
Pseudomondi, sessualità e un generale sentimento di rifiuto verso i canoni imposti dal sistema: tutti questi sono tratti così prominenti ed espliciti di Occhio nel cielo da essere immediatamente riconoscibili. Matureranno e si arricchiranno col tempo, ma qui ci sono già molte delle chiavi di lettura della poetica di Dick.

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