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H.S. THOMPSON: PAURA E DISGUSTO A LAS VEGAS (C'È DEL MARCIO IN AMERICA)



Hunter S. Thompson è stato un giornalista importante. Attraverso i suoi articoli anticonvenzionali ha raccontato luci e ombre del "sogno americano" in un'epoca decisiva, tra gli anni Sessanta e Settanta. A renderlo famoso è stato soprattutto il suo stile di scrittura: Thompson ha creato il cosiddetto Gonzo Journalism, che privilegia la struttura narrativa di un racconto, arricchito di flashback, aneddoti personali e gergo di strada, rispetto a quella più fredda dell'articolo giornalistico. E' in questa chiave che vanno letti i suoi testi, storie vere narrate con la stessa disinvoltura di un racconto di Miller o Bukowski.
In effetti è quasi impossibile credere, almeno all'inizio, che Paura e disgusto a Las Vegas sia una storia vera, ma così è. Nel 1971 accade esattamente ciò che il libro racconta: il viaggio di Thompson (nel libro Raoul Duke, uno degli pseudonimi da lui usati) e del suo avvocato Oscar Z. Acosta (nel libro Gonzo) attraverso Las Vegas, per seguire prima una gara motociclistica, poi una conferenza antidroga. I due fanno uso di ogni genere di sostanza di cui riescono a entrare in possesso: "due buste di erba, settantacinque grani di mescalina, cinque fogli di acido superpotente, una saliera mezza piena di cocaina, e un intera galassia multicolore di stimolanti, calmanti, esplosivi, esilaranti. Oltre a un litro di tequila, uno di rum, mezzo litro di etere puro e due dozzine di fialette di popper".
Queste esperienze estreme si fanno veicolo delle riflessioni sul fallimento del movimento controculturale giovanile degli anni Sessanta e sulle contraddizioni dietro al sogno americano, che Thompson associa prevalentemente alla discriminazione e al razzismo. L'America descritta in Fear and Loathing in Las Vegas è qualcosa di alienante e orribile, di alieno e disgustoso, ma questo marcio non appare in superficie. Gli USA ci hanno abituato (a colpi di propaganda) a una solita facciata di giustizia, sicurezza e onestà. Solo con il paio giusto di occhi è possibile andare oltre l'apparenza e scorgere la paura e il disgusto sottostanti. Per Duke la visione limpida della realtà per com'è davvero consegue all'apertura delle porte della percezione.


"Avevamo tutto lo slancio, cavalcavamo la cresta di un’altissima e meravigliosa onda. E ora, meno di cinque anni dopo, potevi andare su una ripida collina di Las Vegas e guardare ad ovest e, con il tipo giusto di occhi, potevi quasi vedere il segno dell’acqua alta, quel punto dove alla fine l’onda si è infranta ed è tornata indietro."

Il libro Paura e disgusto a Las Vegas venne pubblicato in origine su Rolling Stone alla fine del 1971, in due parti. Prima, quello stesso anno, Thompson conduceva ricerche per un articolo (poi uscito anch'esso su Rolling Stone) sull'uccisione da parte della polizia di Los Angeles di un giornalista messicano-americano. Una delle fonti di Thompson per questa storia era Acosta, attivista e avvocato anch'egli messicano-americano. Insieme decisero di approfittare di un nuovo incarico (la corsa motociclistica nel deserto) per produrre un manoscritto talmente estremo che fu "respinto in modo aggressivo" dalla rivista che lo aveva commissionato. Alla fine del 71 Thompson scrisse molti articoli sulla campagna Nixon/McGovern, poi collezionati nel libro Fear and Loathing: On the Campaign Trail 72. Fino al suo ultimo lavoro, Kingdom of Fear (uscito nel 2003, due anni prima della morte), Thompson ha sempre messo in discussione il potere delle autorità e la storia politica e sociale dell'America.

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