Kyoto: il Giappone millenario
Questo post, e quelli che seguiranno, derivano dal mio viaggio in Giappone di un anno fa, dalle letture sul suo passato e presente, e dal riordino della spaventevole quantità di fotografie e appunti che ho portato a casa con me. Non avendo esplicitamente fini saggistici o turistici, ho pensato che la cosa migliore fosse lasciare alle immagini e ai ricordi la guida per questi brevi bozzetti sul Giappone. Se ci siete stati o sognate di andarci, godeteveli per ciò che sono: semplici memorie di viaggio.
Dovendo battezzare un punto di partenza, non turistico ma ideale, ho scelto Kyoto. Perché Kyoto è lo sguardo storico sul Paese del Sol Levante, e non si può comprendere la sfacciata modernità di Tokyo senza esser passati da ciò che è venuto prima.
Kyoto è stata la capitale del Giappone dal 794 al 1868. A differenza di Tokyo, la nuova e frenetica capitale, a Kyoto è ancora possibile lanciare uno sguardo al "vecchio Giappone" e ai suoi ritmi antichi e tradizionali. I grattacieli sono pochi, e anche se nei quartieri residenziali in gran parte le mura di cemento hanno circondato o preso il posto di quelle di legno, questa città da sola racchiude 15 siti Unesco e ben 2000 tra santuari shintoisti e templi buddhisti. Sono tesori celati sotto una bruttezza architettonica superficiale che guarda all'efficienza e non certo allo stile. Ne sono un esempio i grovigli di cavi elettrici penzolanti ovunque, per la verità un tratto tipico dell'intero Giappone urbano. Ma sotto quel velo, Kyoto è ancora intrisa di una storia e una magia millenarie.
Di fatto la città sorse quando la famiglia imperialevi si stabilì, attirata dalle montagne circostanti, ricche di selvaggina, e dall'abbondanza di acqua, data dal fiume Kamo e dai suoi affluenti, attorno a cui si sviluppò l'insediamento originale protetto da mura di cinta in semplice terra. Presto Kyoto divenne un polo per il potere terreno (mercanti, artigiani, arti) e quello religioso (grazie anche alla vicina Nara), ma proprio per questo, nel corso dei suoi mille anni come capitale, fu sempre terreno di scontri tra enclave in lotta.
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Il fiume Kamo taglia in due Kyoto. Storicamente le sue rive ospitavano artisti precursori del teatro Kabuki. |
A Kyoto c’era una via per tutto: la tessitura e la tintura della seta, la lavorazione del legno e della lacca, il teatro Kabuki, la musica shintoista, la calligrafia. Molte di queste arti venivano portate avanti per generazioni dalle stesse famiglie, nelle stesse botteghe e scuole.
Dopo la Restaurazione Meiji, l'Imperatore si trasferì a Edo (l'insieme di villaggi che più tardi avrebbe preso la forma e il nome di Tokyo), ma anziché precipitare nel declino, Kyoto ha continuato a prosperare abbracciando il progresso portato dalla nuova era, che cominciava ad aprirsi all'Occidente.
Oggi Kyoto si è sviluppata attorno al nucleo più antico, costituito dal Palazzo Imperiale, i quartieri di Gion e Pontocho e il santuario Heian. In gran parte le zone vengono distinte in base ai templi che ospitano, che come detto sono moltissimi. Due sole linee metropolitane, disposte a croce, dividono la città in quattro quadranti; per il resto ci si muove in autobus o a piedi. E anche questo contribuisce alla sensazione di trovarsi in una città che, nonostante l'ampliamento urbano e l'efficienza dei suoi sistemi, non ha mai piegato il suo antico orgoglio.
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L'ultramoderna stazione ferroviaria di Kyoto. |
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