UN ANNO DA LETTORE: IL MIO 2021 IN NOVE LIBRI
Un altro anno si sta chiudendo e in questo periodo, di solito, si cerca di ricordarne i momenti preziosi, fare l'elenco delle cose che lo hanno in qualche modo contrassegnato per non lasciare che vada dimenticato. Specialmente se si tratta di anni difficili come gli ultimi due, nei quali ciascuno di noi nel proprio piccolo cerca di trovare qualche lato positivo.
Da quando ho iniziato a leggere libri avidamente, cioè dalle scuole superiori, a dicembre mi trovo sempre a fare il bilancio degli ultimi dodici mesi di letture. I libri sono qualcosa che mi accompagna costantemente, un giorno dopo l'altro, e quando mancano la loro assenza si fa sentire sul mio umore. Anche se non tutto ciò che si legge rimane vivido nel tempo, spesso il ricordo della lettura di un libro evoca anche il momento in cui lo si è letto (in giardino d'estate, al mare, durante le vacanze di Natale, mentre eravamo in lockdown, la sera sotto le coperte...). Associamo due esperienze diverse, così un libro può diventare a tutti gli effetti un fissatore di ricordi.
Quest'anno per la prima volta ho pensato di riassumere qui il mio 2021 come anno da lettore, pieno di letture. (Sono più di dieci anni che ho questo blog e non mi è mai venuto in mente di farlo: il cervello è un bel mistero eh?)
Tra i numerosi libri che ho letto e apprezzato quest'anno, ho scelto nove titoli che hanno rappresentano un momento significativo per me. Magari nel 2022 li leggerete anche voi, fissando così nuovi ricordi. Essendo un lettore abbastanza onnivoro, ho pescato da vari generi per soddisfare la maggior parte dei palati.
Questo grande scrittore, scomparso prematuramente, non ha prodotto solo romanzi. Viaggi è un testo nel quale racconta i propri anni di formazione alla facoltà di medicina, il passaggio dalla scienza alla carriera letteraria e, come si intuisce dal titolo, molte esperienze vissute in giro per il mondo, con una certa predilezione per Asia e Africa (memorabile il racconto della scalata al Kilimanjaro). Crichton non tratta di viaggi in senso esclusivamente letterale, ma anche psicologico, non solo per l'impatto che essi hanno sulla crescita della persona (oltre che come fonte di ispirazione per i suoi romanzi), ma svelando anche episodi dove con "viaggio" si intende la discesa nel proprio inconscio attraverso ipnosi, pratiche magiche e persino esorcismi. In questo libro, dunque, emerge il ritratto di una vita in senso compiuto, della quale l'essere autore di Jurassic Park, Andromeda e La grande rapina al treno costituisce soltanto un frammento.
Terzo saggio del celebre antropologo israeliano dopo i famosi Sapiens e Homo Deus. Ogni capitolo di questo libro è una lezioncina su un tema di importanza fondamentale: da un lato la scienza (tecnologia, genetica, biochimica), dall'altro la politica (nazionalismo, immigrazione, terrorismo), dall'altro ancora la società (sessualità, religione, ignoranza, post-verità) per finire - ebbene sì - nella fantascienza, ritenuta da Harari l'unico genere di fiction oggi in grado di stimolare la messa in pratica reale di ciò che idealizziamo nel mondo del domani. Soltanto in piccola parte questo testo fa da riassunto ai precedenti due, cosa opportuna per fissare i concetti chiave del pensiero dell'autore. Serve anche come base per un'analisi estremamente vivida del mondo moderno in tutti i suoi aspetti, senza retorica né autocensura, cosa che rimane unica di questo libro non solo nella bibliografia di Harari, ma tra tutti i saggi che personalmente ho letto fino a oggi.
Chi sono ve lo dico subito, non è uno spoiler: gli americani. Chomsky, uno dei più perspicaci intellettuali del nostro tempo, non ne fa un segreto: sin dall'inizio la sua intenzione è quella di raccontare in modo trasparente il ruolo degli Stati Uniti in circa un secolo di storia. Figli dell’imperialismo europeo, forza che ha modellato a lungo la geopolitica del pianeta, gli USA hanno ampiamente dimostrato durante il Novecento di giocare allo stesso gioco nascondendosi dietro una maschera mediatica ben costruita di "portatori di pace e libertà". Peccato che - i fatti storici lo dimostrano - il loro "intervento umanitario" sia stato una catastrofe per tutti i presunti beneficiari. Portando innumerevoli esempi, Chomsky esamina quali sono le forze in gioco in contesti come il Vietnam, l'Iraq e Israele-Palestina, mostrando l'impatto statunitense sulla geopolitica dal dopoguerra a oggi. Bisogna precisare che la trattazione, pur dettagliata, non fa un discorso compiuto, ma è la raccolta di saggi e interventi dell'autore nati individualmente. A volte gli stessi argomenti vengono ripresi in capitoli diversi, cosa che rende un po' più difficile comprendere il quadro d'insieme.
Se il suo nome vi suona nuovo, sappiate che si tratta di un affermato autore italiano del panorama horror-weird (l'avevo già incontrato a Uironda qualche anno fa, cliccate se volete recuperare). Il suo ultimo racconto lungo, uscito in un libricino formato pocket targato Zona42, mi ha fatto passare le due ore più ansiogene di tutto il mio 2021 letterario, volate via in un baleno. Essendo appunto un racconto, mi limiterò a citare alcune frasi della quarta di copertina per non svelare nulla di troppo: "Idrasca, provincia profonda. Un signore di polvere e solitudine, più antico dell’Uomo, scrive una favola di cataclismi inevitabili, un libro da leggere ai bambini, per spalancare loro gli occhi sulle tenebre del futuro". Luigi ha l'istintiva capacità di tirarti dentro una storia facendotela assorbire attraverso i pori della pelle, facendotela respirare come se fossi lì. E di inquietarti attraverso un astuto miscuglio di fantasia e realtà, di luoghi interiori ed esteriori, al punto che nelle sue mani anche l'angolo più buio della siepe del vicino diventa fonte delle più sinistre congetture. La stessa capacità la ritrovo soltanto nello Stephen King dei tempi d'oro. Pupille, quando finisce, ti fa incazzare perché vorresti che fosse un romanzo lungo come IT.
Di questo breve romanzo ho parlato più approfonditamente in un articolo scritto e pubblicato subito dopo la lettura. Prima di cliccare per recuperarlo vi faccio qui un piccolo riassunto, così capirete se il libro fa per voi. Lauren, rimasta vedova, continua a vedere il marito suicida, Rey, nelle stanze della propria casa. Rey pronuncia frasi sconnesse e la sua figura non è mai completamente a fuoco. Lauren sospetta che queste visioni siano stralci del passato che si manifestano per un'anomalia nel fluire del tempo. Body Art sorprende (e si legge d'un fiato) perché non affronta l'enigma della morte secondo la solita prospettiva religiosa ed emotiva. Si interroga invece sulla sostanza del ricordo, sul dualismo tra il tempo eterno/intangibile e il corpo mortale/tangibile. Non a caso Lauren è una body artist: trasformando il corpo umano in una tavolozza per fare arte, cerca implicitamente di definirne ed estenderne i confini. Uno dei testi migliori di DeLillo, che si dimostra uno degli autori più all'avanguardia e più importanti del nostro tempo.
Approfittando della sua ristampa in Urania ho recuperato questo classico di un autore per cui provo grande stima, sul quale ho già scritto diverse cose (e scriverò altro a breve). Un astronauta misteriosamente rientrato dallo spazio trova rifugio a casa di un politico, proprio nel periodo in cui questi sta patrocinando un progetto scientifico per costruire un "uomo sintetico" che potrà andare in esplorazione di nuovi mondi nello spazio profondo. L'astronauta ne sa qualcosa, perché si accorge che nella sua mente c'è più di una sola voce. Un romanzo molto ambizioso che sfiora temi come l'ingegneria genetica e la biochimica del cervello in grande anticipo sui tempi. Forse troppo ambizioso perché una trama semplice come quella concepita da Simak riesca a contenere la miriade di spunti offerti: Simak scalfisce la punta di un iceberg davvero enorme regalandoci una lettura stimolante sul piano concettuale e avvincente sul piano narrativo.
Ancora fantascienza, questa volta contemporanea e made in Turchia. Questa piccola raccolta edita da Future Fiction fa da rappresentanza della produzione di genere da parte di autrici e autori turchi. I sette piccoli gioiellini qui inclusi mostrano stili diversi ma un comune interesse per le tematiche sociopolitiche che segnano il mondo di oggi, e che fanno da contraltare all'atmosfera pregna di storia, tradizione e mito del fondale su cui le storie si sviluppano. Questo contrasto è forse ciò che rende l'insieme davvero inedito e affascinante. La Turchia futura o alternativa dipinta dalle varie penne è lo scenario ideale su cui far emergere in tutta la loro rilevanza questioni come la condizione femminile, il terrorismo e la democrazia. Ma da buona fantascienza non mancano neppure stati totalitari, intelligenze artificiali, clonazione e coscienze che vengono risvegliate dopo la morte. Futurchia è l'antologia che non ti aspetti.
L'ultimo testo che mi restava da leggere dell'autore n°1 della mia personale hit parade era questa sorta di esperimento metà autobiografia e metà fiction, che fa da ideale seguito del più celebre L'impero del sole. Dopo aver trascorso l'infanzia nella Cina assediata dai giapponesi durante la Seconda Guerra, il giovane Jim ritorna in Inghilterra e cerca di trovare la sua strada. Tenta una carriera in medicina che subito abbandona per una nell'aeronautica, poi lascia anche quella infatuato della scrittura e del surrealismo. Si fa una famiglia a Shepperton, un sobborgo londinese, ma la moglie viene a mancare prematuramente. Da quel momento la vita di Jim è completamente dedita alla scrittura e ai figli, ma negli anni sarà costellata di donne sensuali e uomini ossessionati, di mostre d'arte e incidenti d’auto, di reportage televisivi e droghe allucinogene. Ballard ha svelato che nel romanzo c'è pochissima realtà: ha solo sfruttato alcuni aspetti della sua vita come spunto per costruire quella del suo alter-ego, in parte idealizzandola. Ma il cuore di La gentilezza delle donne è la costante ricerca da parte di (entrambi i) Jim di un senso da attribuire al presente, tracciando un parallelo tra i traumi personali e quelli collettivi che segnano la società degli anni 60/70 (il Vietnam, l'assassinio di Kennedy, l'ascesa e la tragica fine di star come James Dean e Marilyn Monroe, il diffondersi virale di televisione e pubblicità). Insomma, i temi che hanno fatto di James G. Ballard il grande autore che è stato. Questo libro è una finestra, pur romanzata, che affaccia direttamente nella sua mente. Presto tornerò a parlarne in modo più approfondito.
Texas 1949. La storia di due ragazzi che lasciano casa per mettersi in strada verso la Frontiera, varcarla e andare ancora più in là, in Messico. Un'avventura tragica e romantica tra cavalli bradi da domare e un passato mitologico, quello del West, da ritrovare, vivere, comprendere. Quella di McCarthy (autore di Non è un paese per vecchi e La strada) è una prosa di altissimo livello, che incanta, asciutta e vivida, tagliente ed evocativa. Una storia semplice fatta di uomini, donne, cavalli e soprattutto polvere, calore, sudore, sofferenza, che ci restituisce l'immagine di un paese, gli Stati Uniti, dal passato brutale e glorioso allo stesso tempo, il cui percorso di civilizzazione (la conquista dell'ovest appunto) è andato di pari passo con quello della violenza. Come potete notare dalla foto, Cavalli selvaggi è il primo romanzo della Trilogia della Frontiera di McCarthy, il cui seguito inaugurerà le mie letture del 2022.
Che il nuovo anno vi porti tanti nuovi ricordi significativi, fuori e dentro le pagine di un libro.
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