mattbriar

LETTURE DEL 2022: LA MIA TOP 5 (MA DIVERSA DAL SOLITO)

La mia classifica di fine anno sarà un po' diversa, stavolta. Quest'anno sono riuscito a mantenere il mio proposito di leggere più saggistica. Non ho letto il numero di saggi che avrei voluto, ma d'altra parte questo non succede mai... In un anno non leggo mai neanche tutti i romanzi che vorrei... E non dite che voi invece sì, tanto non vi credo.
Come ho già scritto nel primo post su Chomsky la scorsa estate, intendo dedicare più spazio alla saggistica anche sul sito. Perciò quest'anno vi consiglierò cinque saggi che ho letto nel 2022, su argomenti diversi e per gusti diversi.



Ida Magli, Dopo l'Occidente (2012)
Ida Magli è stata un'antropologa italiana, famosa anche per le sue posizioni contrarie all’Unione Europea e alla perdita d’identità nazionale. Il libro parte dall’assunto che il futuro dell’Europa (e soprattutto dell’Italia), pur non prevedibile dal punto di vista politico, lo è da quello culturale. L’autrice si prefigge, da un lato, di evidenziare le manovre politico-economiche assolutiste che stanno portando al declino della civiltà occidentale, con governi che agiscono nell’ombra al servizio dei banchieri europei, forti del crescente disinteresse della popolazione giovane verso il patrimonio artistico e culturale e, in definitiva, verso il pensiero critico. Dall’altro, tracciare lo scenario di un futuro non lontano in cui il continente europeo potrebbe essere caratterizzato da una forte componente musulmana, cultura radicalmente diversa e più forte di quella dell’Occidente cristiano, che ne uscirebbe disgregato. L’approccio antropologico getta luce su questioni complesse e, per la gran parte di noi, incomprensibili: il fondamentalismo islamico, le crisi economiche, il “fallimento” di paesi come la Grecia. Anche non condividendo tutte le posizioni proposte, il testo è prima di tutto una critica verso il potere e verso la strumentalizzazione che il potere opera sull’uomo e i suoi ideali, a prescindere dalla bandiera. (A breve pubblicherò un paio di post di approfondimento su questo libro.)

Evalyn Gates, Il telescopio di Einstein (2009)
Il sottotitolo del libro è "La caccia alla materia oscura e all'energia oscura", ma non spaventatevi. L'autrice, che dirige il Kavli Institute For Cosmological Physics di Chicago, arriva ad affrontare il più grande mistero della cosmologia moderna partendo dalle basi: la relatività einsteniana spiegata con un linguaggio semplice e ricco di paragoni ed esempi che permettono di capirne i concetti senza nozioni matematiche. Con un'eleganza espositiva rara, racconta una storia avvincente quanto quella di un romanzo. E alla fine, eccole, la materia e l'energia oscura, le più misteriose componenti dell'universo, in cui tutto è immerso (anche noi) ma che, paradossalmente, sono inosservabili. Oggi, però, un fenomeno previsto dalla teoria della relatività ci viene in aiuto: le lenti gravitazionali curvano lo spazio intorno a oggetti di grande massa, permettendoci di vedere ciò che vi si nasconde dietro e fornendoci informazioni finora impossibili da ottenere. Una lettura che ci trasporta ai confini dell'universo... letteralmente. [Nota: purtroppo il libro è stato pubblicato solo in edicola nella collana "La biblioteca delle Scienze" nel 2009, e oggi è reperibile nel circuito dell'usato.]

Will Storr, La scienza dello storytelling (2019)
Lo studio del cervello può spiegarci il modo in cui reagiamo alle storie. Perché le storie sono parte di noi sin dalla preistoria, quando le tramandavamo a voce per dare una spiegazione ai fenomeni naturali e per creare collaborazione nei membri della tribù. Il nostro è un "cervello narratore" che ci racconta storie continuamente per sostenere le nostre posizioni nei confronti degli altri e possibilmente guadagnare uno status più elevato. Ma le nostre teorie sul mondo sono tutt'altro che perfette: non ne vediamo i difetti, non siamo disposti a riconoscerne la parzialità. Da questi stessi assunti dovrebbe prendere il via qualsiasi storytelling improntato a romanzi e sceneggiature: un personaggio imperfetto che costruisce la sua versione del mondo, i cui valori determinano il modo in cui vede e reagisce alle cose, i cui obiettivi e difetti generano la trama che metterà in crisi le sue stesse convinzioni. Sarà forte abbastanza per cambiare e diventare una persona migliore? Quando una storia parla lo stesso linguaggio del cervello, soddisfa nello spettatore l'esigenza tribale di veder premiati gli eroi e puniti i malvagi. E quindi funziona. La scienza dello storytelling ha un approccio scientifico, non manualistico, ma è ricco di esempi pratici e consigli utili a chiunque voglia capire i meccanismi alla base di quelle strutture e quei metodi, ormai consolidati, che fanno la fortuna dell'entertainment.

V. Mayer-Schönberger - K. Cukier, Big Data (2013)
Una rivoluzione che trasformerà il nostro modo di vivere e già minaccia la nostra libertà: il sottotitolo riassume bene la tesi dei due autori. A dieci anni dalla sua stesura, siamo totalmente circondati dal presente/futuro che il libro descrive. Eppure tutt'oggi parlare di big data, al di fuori degli addetti ai lavori, equivale a parlare di un mistero intangibile. Il concetto è che le aziende, ma anche i privati, possono raccogliere con estrema facilità enormi quantitativi di dati sulla vita delle persone, e ricavare da essi una grande quantità di informazioni utili (su qualunque aspetto di noi, ma con una certa predilezione per le nostre abitudini di consumo) tracciando modelli che solo un algoritmo è in grado di cogliere. Google riveste un ruolo centrale nella trattazione: numerosi sono gli esempi dei suoi algoritmi, potenziali o già in uso, come le previsioni sui trend influenzali e sui disastri ambientali basate sulle parole più ricercate sul web entro precise aree geografiche. Gli autori affrontano poi tutta la questione legata alla sicurezza, la privacy dell'individuo e gli scenari da Grande Fratello che inevitabilmente si aprono davanti a un tale potere. Stiamo convivendo quotidianamente con i big data, ma in tanti ancora ne sono ignari: questo libro è un testo di riferimento per conoscere uno dei temi più importanti del nostro tempo. Certo, non possiamo considerarlo definitivo: l'argomento è immenso nelle sue implicazioni, e dopo un decennio ci sarebbe materia per un'edizione aggiornata.

Alex Kerr, La bellezza del Giappone segreto (1993)
Alex Kerr arriva in Giappone a tredici anni e dagli anni Settanta vi si stabilisce per diventare uno dei più noti studiosi della cultura del sol levante. Il libro racconta il Giappone della seconda metà del secolo scorso, un Paese in piena transizione tra l'ieri e l'oggi: in effetti un Paese che sta perdendo le sue eleganti anche se difficili tradizioni, per lasciare il posto alla modernità, alla globalizzazione. Partendo dalla restaurazione della sua casa nella remota valle di Iya, dove il presente ancora non si è insinuato, Kerr si sofferma su tutto ciò che in qualche modo lo ha colpito e riguardato (dalla cerimonia del tè all'arte della calligrafia, alla tradizione del teatro kabuki, alla vita nelle case, alle fedi religiose) dando forma a capitoli densi di vivide descrizioni e intimo trasporto. L'autore ha origini americane ma di fatto è un giapponese acquisito (la versione originale di questo libro è in giapponese). Kerr ha un occhio al contempo esterno e interno, e coglie appieno gli aspetti contradditori, tra bellezza e chiusura, che caratterizzano il Paese a tutt'oggi.

Commenti