WILL STORR: LA SCIENZA DELLO STORYTELLING (COME LE STORIE INCANTANO IL CERVELLO)
Lo studio del cervello può spiegarci il modo in cui reagiamo alle storie. Perché le storie sono parte di noi sin dalla preistoria, quando le tramandavamo a voce per dare una spiegazione ai fenomeni naturali e per creare collaborazione nei membri della tribù.
Il nostro è un "cervello narratore" che ci racconta storie continuamente per sostenere le nostre posizioni nei confronti degli altri e possibilmente guadagnare uno status più elevato.
Ma le nostre teorie sul mondo sono tutt'altro che perfette: non ne vediamo i difetti, non siamo disposti a riconoscerne la parzialità.
Da questi stessi assunti dovrebbe prendere il via qualsiasi storytelling improntato a romanzi e sceneggiature: un personaggio imperfetto che costruisce la sua versione del mondo, i cui valori determinano il modo in cui vede e reagisce alle cose, i cui obiettivi e difetti generano la trama che metterà in crisi le sue stesse convinzioni. Sarà forte abbastanza per cambiare e diventare una persona migliore? Quando una storia parla lo stesso linguaggio del cervello, soddisfa nello spettatore l'esigenza tribale di veder premiati gli eroi e puniti i malvagi. E quindi funziona.
La scienza dello storytelling ha un approccio scientifico, non manualistico, ma è ricco di esempi pratici e consigli utili a chiunque voglia capire i meccanismi alla base di quelle strutture e quei metodi, ormai consolidati, che fanno la fortuna dell'entertainment, e magari applicarli trovando la propria strada.
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