Il mio 2023 in 3 libri - 1. Tomorrow and Tomorrow and Tomorrow (Gabrielle Zevin)
“Cos’è un gioco? (...) È domani, e domani, e domani. È la possibilità dell’eterna rinascita, dell’eterna redenzione. L’idea che, se continui a giocare, puoi vincere. Se perdi, non è per sempre, perché nulla è mai per sempre.”
Sadie Green e Sam Masur fanno videogiochi. Da sempre. È quello che sanno fare. È quello per cui sono nati. Si conoscono da bambini nella sala d'attesa di un ospedale. Si ritrovano all'università. Si perdono. Si ritrovano. E fanno giochi. Quando li fanno ognuno per sé, i progetti sembrano incompleti. Quando li fanno assieme, il successo è enorme, come il primo di essi, Ichigo. Ma loro due continuano a perdersi. E poi a ritrovarsi.
Le vite di Sadie e di Sam scorrono parallele, dirette verso l'unica meta che il loro destino può contemplare. Il gaming è più di una semplice passione. È la loro indole, la loro natura. Le loro strade si incrociano, proseguono insieme per un po'. Si separano. Si ricongiungono. Il caso e l'intento giocano ruoli alterni e non sempre identificabili, come nelle vite vere, di tutti. Incrociano quelle di altri. Ne vengono travolte e le travolgono. A volte ne vengono interrotte o le interrompono.
Quando un romanzo abbraccia un lungo arco di tempo, in questo caso un paio di decenni, riusciamo a scorgere alcune delle forze che muovono le nostre vite. Forze di cui normalmente non ci accorgiamo a causa di quel campo visivo ristretto e deformante che è la nostra quotidianità.
Una di queste forze è il gioco. La vita è gioco e il gioco è una costante della vita. Non facciamo altro che questo: giocare. Ci si affanna, ci si scontra, si vince, si perde, e si ricomincia. Il lavoro è gioco. La famiglia è gioco. La vita è un'unica, lunga partita. Poi si muore, e spesso non da eroi. Spesso per un nonnulla. La vita è una partita a una sola mano. Ma solo la vita reale è così. E questa è una delle ragioni per cui videogiochi, game board o semplici giochi di carte ci attraggono così tanto: perché quando si finisce, si può ricominciare. Se si perde c'è sempre la possibilità di una rivincita.
Il gioco di coppia Sadie e Sam (e di Marx, quando la coppia diventa un triangolo) ha il suo doppio (il suo doppelganger, come il titolo provvisorio di uno dei loro progetti) proprio in questo reame. La vita e il gioco di Sadie e di Sam sono quelli di molti della mia generazione, e soprattutto di quella di Gabrielle Zevin (classe 1977). Generazioni che hanno visto passare gli anni Novanta in tutta la loro rivoluzione informatica. Anno dopo anno i pixel si facevano più piccoli e definiti. Windows dopo Windows lo schermo diventava sempre più simile a una finestra sul mondo reale.
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In Tomorrow and tomorrow and tomorrow c'è soprattutto questo: un'epoca. Un'epoca senza la quale il libro sarebbe solo filosofia spicciola alla Fabio Volo. Un'epoca. L'epoca. L'epoca delle riviste di gaming con allegati i cd con le demo degli ultimi giochi. Magari esistono ancora (esistono? non ne ho idea), ma allora erano davvero qualcosa. I videogames erano la più incredibile e sofisticata forma di tecnologia che potesse riempire le nostre giornate. Perciò, parafrasando Clarke, l'equivalente della magia. Se non che noi ci andavamo sotto, a quella magia. La volevamo capire. La volevamo possedere. La volevamo controllare a suon di shortcuts da tastiera e trucchi da console. Era il progresso a portata di mano, il futuro che si delineava più nitido un bit dopo l'altro. Erano giorni in cui niente era scontato e tutto era meraviglia. E intendo meraviglia autentica.
Con questo non voglio dire che chi non c'era non potrà godersi questo romanzo. Ma solo chi c'era avrà la pelle d'oca nel leggere certi passaggi, e su altri verserà lacrime silenziose e agrodolci.
Il romanzo ha vinto il Goodreads Award 2022 nella categoria Fiction.
"Era stanco di doversi muovere con tanta cautela, di dover essere tanto prudente. Voleva poter saltare, santo Dio. Voleva essere Ichigo. (...) Voleva morire un milione di morti come Ichigo e, nonostante i danni inflitti al suo corpo durante il giorno, risvegliarsi l'indomani nuovo e integro. Voleva la vita di Ichigo, una vita di domani infiniti, immacolati, privi di errori, senza traccia di vissuti precedenti. E, se non poteva essere Ichigo, almeno voleva tornare a casa, con Sadie e Marx, a fare Ichigo."
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