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P. K. DICK: NOSTRI AMICI DA FROLIX 8 (UNA REPLICA DAL PASSATO)


Parlando di Labirinto di morte abbiamo detto che Philip K. Dick, sul finire degli anni Sessanta, sta vivendo una crisi, un momento di "bassa marea" creativa. Il romanzo successivo, Nostri amici da Frolix 8, ne risente ancora di più.
Nel XXII secolo la Terra è divisa tra i Nuovi (esseri umani dotati di capacità intellettive superiori), gli Eccezionali (dotati di poteri paranormali, come telepatia e precognizione) e i Vecchi (gli umani normali, sottomessi ai primi due e relegati in una società chiusa e repressiva). Tra questi ultimi vi sono dei ribelli che attraverso la propaganda preparano il terreno per la rivoluzione, che inizierà appena il loro leader tornerà sulla Terra. Anni prima Thors Provoni è partito per un viaggio nello spazio profondo con l'idea di cercare aiuto tra le intelligenze aliene. E le ha trovate: ha annunciato il suo imminente ritorno in compagnia di uno dei suoi "nuovi amici da Frolix 8", un essere protoplasmatico di nome Morgo.
I protagonisti della vicenda sono Nick e la sua amante Charlotte, per la quale manda all'aria il suo traballante matrimonio. I due si uniscono alla causa ribelle per contrastare il potere dei Nuovi e degli Eccezionali, i quali vogliono impedire a ogni costo il ritorno di Provoni.


Non c'è nessun'opera di Dick non valga la pena leggere, ma alcune ci fanno domandare perché il nostro buon P.K.D. abbia liquidato idee promettenti in così poca sostanza. Frolix 8 è il caso di un romanzo gettato lì frettolosamente e senza ispirazione. I Nuovi e gli Eccezionali che si contendono il mondo, i Vecchi che affogano nelle loro solite porcherie, un folle avventuriero cosmico che torna nelle vesti di Messia... Di per sé sono idee dall'ottimo potenziale, che di solito Dick tratta in modo bizzarro ma efficace attraverso la sua narrazione allucinata, esorcizzando una visione più ampia, tassello dopo tassello.
Frolix 8 si dimostra invece problematico: oltre ad attingere a piene mani dal passato (Provoni, per esempio, è una piatta riproposizione di Palmer Eldritch), il romanzo si perde in cose da poco, prevedibili e a tratti noiose, senza arrivare a un dunque. Nemmeno il tormento sentimentale di Nick (un tratto autobiografico ricorrente in Dick) riesce a infondergli maggior vitalità.

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