mattbriar

THE HANDMAID'S TALE: STAGIONI 3 & 4


In un futuro alternativo, il tasso di fertilità umana è precipitato e gli USA si sono politicamente riorganizzati in una dittatura patriarcale chiamata Gilead. La società è stata suddivisa in classi e le donne fertili, battezzate Ancelle, sono state assegnate alle famiglie elitarie dove subiscono stupri rituali da parte del capofamiglia allo scopo di dargli dei figli. La protagonista è una di esse, June, che dopo esser passata per varie vicissitudini nelle stagioni 1 e 2 della serie, ha deciso di darsi da fare per cambiare le cose. Cominciando con il pianificare l'evasione da Gilead di alcune bambine, future ancelle, tra cui sua figlia.
L'ormai famoso e premiato adattamento di Il racconto dell'ancella di Margaret Atwood ha superato i confini del libro originale sin dalla fine della prima stagione. Ma anziché perdere colpi e cominciare a morire di vecchiaia, come capita a quasi tutte le altre serie, The Handmaid's Tale continua anche meglio di com'è iniziato. Avevo già evidenziato nel vecchio post che la stagione 2 per certi aspetti è meglio della prima, e il trend è stato confermato anche dalle successive. Ogni stagione si rivela più sorprendente della precedente. E c'è una ragione per questo.
Tra le numerose serie che ho visto, in questa il personaggio protagonista ha la maggior evoluzione, e con evoluzione intendo l'arco naturale di cambiamento del personaggio come avverrebbe nella realtà. Già il fatto che un protagonista cambi è raro all'interno di un prodotto televisivo, ma che le stagioni siano scritte allo scopo di far evolvere June, di esplorarla portando sempre più in là i suoi limiti, alzando anche l'asticella del livello generale, è un pregio più unico che raro.
Anziché incartarsi sulla ripetizione degli stessi schemi narrativi e costringere i personaggi ad affrontare gli stessi problemi mascherati in modo diverso (o sterzare troppo bruscamente in altre direzioni come ha fatto Westworld, altra serie in grande evoluzione ma il cui livello si è abbassato), le ultime due stagioni di Handmaid's, in particolare la quarta, spezzano i vincoli con le prime e trovano magnificamente il loro ritmo e la loro strada. Proprio come fa, letteralmente, June Osborne, che ha tutt'altra grinta e tutt'altri obiettivi rispetto a quando l'abbiamo conosciuta.
Per questo, oltre alla grande tensione generata dalla storia, The Handmaid's Tale si riconferma una serie da seguire. Quest'anno uscirà la quinta stagione ma è già stata confermata anche la sesta. Sarà un'impresa mantenere questi livelli ancora per varie stagioni.



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