NEIL YOUNG: DREAMIN' MAN LIVE 92
[Update 25.6.2012]
Questo live si presenta come il #12
della Archives Performance Series e il suo contesto è il tour
acustico del 1992, anno nel quale Neil Young propose le canzoni del
nuovo album Harvest Moon. La prima volta che il pubblico sentì
questi dieci nuovi brani fu durante il solo tour, proposti quindi
nella classica e spoglia veste chitarra e voce.
Inevitabile che nella serie Archives
dovesse arrivare questo live, poiché costituisce un importante
momento della carriera di Young. Harvest Moon può essere
considerato l'ultimo “classico” del cantautore, i cui pezzi
chiave (tra tutti la title track e “From Hank To Hendrix”)
vengono regolarmente riproposti in concerto tutt'ora. Cosa che non
avviene se si guardano i dischi immediatamente successivi (per quanto
“classici” possano già essere considerati Sleeps With Angels
o Broken Arrow). Punto forte del disco fu anche il ritorno
della formazione degli Stray Gators (quelli di Harvest e Time
Fades Away).
La decina di brani che costituisce
Harvest Moon fa breccia nell'anima di chi lo ascolta d'un
fiato, e i parallelismi (e quindi i confronti) con il passato
osannato di Harvest o Comes A Time sono abbastanza
inopportuni. Harvest Moon vive di vita propria, vero e proprio
album di transizione tra il prima e il dopo (il dopo sarebbe stato
Silver & Gold e soprattutto Prairie Wind).
Dreamin' Man propone gli stessi
dieci brani (in ordine diverso) così come il pubblico li sentì in
tour. Da qui emerge la loro semplice bellezza: tolta l'orchestrazione
della band non perdono pressoché nulla. Dico pressoché per il
semplice motivo che si è molto legati al sound di Harvest Moon e
a queste canzoni con la loro dose di pedal steel, che ne fanno
un punto forte dell'album stesso. Ma non credo che l'ascolto di
Dreamin' Man richieda uno sforzo particolare per allontanarsi
dagli arrangiamenti e avvicinarsi all'old style chitarra e
voce, dato che parliamo di Neil Young. È lecito comunque chiedersi:
cosa sarebbe stato questo tour insieme agli Stray Gators? (Un
assaggio lo si può trarre dalle poche esibizioni di quell'anno...
Unplugged, Bridge Benefit).
Il periodo dicembrino certamente
favorisce l'ascolto di questi live d'epoca, almeno per il
sottoscritto ma credo anche per tutti gli appassionati di Young...
c'è qualcosa di invernale (...Winterlong...) nel suo cuore canadese.
Anche se trapela meno nei brani di questo Dreamin' Man rispetto
a quanto fu per Fillmore East o Canterbury House,
apprezzabilissime “calde” uscite dicembrine. I brani di Harvest
Moon – visto il titolo – hanno un taglio primaverile e
tiepido. Per inciso, non credo sia stupido fare questo genere di
osservazioni dato che si parla di un lunatico/stagionale come Young
(per mia fortuna condivido molto questa sensibilità).
E con questo si sarebbe potuto chiudere
un'ottima recensione del live (senza neanche nominare chi dirà
“ennesimo live acustico”). Tuttavia se la musica è magia,
l'operazione nel contesto di Archives lascia qualche punto
oscuro. Innanzitutto il tour del 1992 fu estremamente ricco e non
solo dei vecchi classici, ma di molte perle inedite o raramente
eseguite. L'esclusione di questo materiale (in pratica la scelta di
non optare per un concerto integrale) è da attribuire
ragionevolmente alla scelta di non anticipare nulla del contenuto dei
prossimi volumi di Archives (questo live sarà probabilmente
contenuto nel Vol.4) oltre che a quella di focalizzarsi unicamente
sul materiale nuovo del periodo. Tuttavia, almeno a mio parere, la
“selezione” anziché il concerto integrale sminuisce un po' il
concetto stesso di Archives Performance Series.
A livello di completezza, poi, c'è da
chiedersi il perché dell'esclusione totale di materiale video, dato
che il periodo fu enormemente documentato. Basti pensare al
bellissimo filmato del Centerstage che meriterebbe una pubblicazione
ufficiale. Per chi si chiede invece come mai non vi sia un dvd
allegato contenente il missaggio in altissima qualità, la risposta
arriva direttamente dallo staff di Young: i concerti furono
registrati completamente in digitale, quindi non ci sono master da
trasferire a qualità superiore.
E in effetti avverto una certa
differenza nel sound di questo live rispetto a quelli del passato già
pubblicati, un suono certamente meno pieno, meno avvolgente, più
tagliente. 0 a 1 con Massey Hall... ma che ci vuoi fare, “it's
evolution baby”.
Chissà se la scelta di saltare qui e
là senza un ordine cronologico continuerà nel nuovo anno. Le
anticipazioni per il 2010 sono poche... non uscirà Archives Vol.2
(per fortuna, aggiungo io, diamo tempo al tempo e anche tregua al
portafoglio), si vocifera di Toast (l'album d'archivio dei
Crazy Horse del 2001, che darebbe il via a una nuova Unreleased Album
Series, la quale farebbe presagire una decina di album parzialmente
inediti) e certamente, senza preavviso, forse a fine anno, arriverà
un nuovo volume della Performance Series (la cadenza finora è stata
annuale). Aspettiamo anche con ansia una vagonata di bd-live download
per i nostri bluray di Archives Vol.1.
Buon anno a tutti, younghiani e non.
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