PHILIP J. FARMER (pt.1): AVVENTURE CONTROVERSE
Philip Josè Farmer non è un autore
molto noto al di fuori del genere fantascientifico, tuttavia il suo
contributo alla nascita della fantascienza moderna è stato decisivo.
Farmer inizia a scrivere stimolato dal romanzo d'avventura fantastica
d'inizio secolo, ma dagli anni '50 le sue idee lo portano uno slancio
verso una fantascienza colta, portatrice di potenti riflessioni
sull'uomo. Basta leggere le opere principali di questo autore per
capire che esse derivano dalla fusione di due elementi: da un lato
personaggi e trame dal sapore retrò, con intrighi a tratti naif,
dall'altro presupposti, idee e riflessioni su tematiche controverse
quali religione e sessualità. Questo dualismo dà origine ovviamente
a risultati e opinioni contrastanti. Vale la pena approcciarsi a
Philip Farmer senza preconcetti, ricordando che si tratta di un
autore che ha fatto la storia della fantascienza, scrivendo
moltissime opere di natura diversa.
Gli amanti di Siddo
(1952-61) è considerato l'esordio di Farmer. La novella originale
(The Lovers) risale al 1952 e gli valse subito il Premio Hugo
ma soprattutto la fama di aver trattato della sessualità in un
genere letterario che era agli antipodi da tematiche del genere.
Nella forma di romanzo apparve nel 1961 (poi in una versione rivista
dall'autore nel 1977).
Già questo primo libro si presenta
come una di quelle storie di fantascienza che trasmettono molto più
di quanto non sembri. Troviamo il protagonista che si muove in un
mondo oppresso da un governo tecnocratico. Durante una spedizione su
un pianeta alieno allo scopo di studiarne la popolazione indigena
prima dello sterminio, si innamora di una aliena (di sesso
femminile). Da quel momento inizia a fuggire dalla società umana
oppressiva.
Come fa notare Riccardo Valla nella
postfazione all'edizione Urania, quelli che sono i difetti del libro
– i tratti “retrò”, un po' ingenui, con cui Farmer disegna la
società repressiva e i personaggi, oltre a certi passaggi di
spiegazione prolissi – passano in secondo piano rispetto al
procedere della vicenda e dei risvolti che suggerisce. E con il
finale, Farmer ribalta le carte in tavola svelando una realtà
sconosciuta e terrificante che è soprattutto un'idea davvero
originale. Senza svelarla, ha a che fare con un'evoluzione parallela,
una prospettiva diversa rispetto alla riproduzione e al sesso, che si
traduce in acute osservazioni – per quanto solo accennate – sulla
percezione della sessualità, sull'alienazione che può correre tra i
sessi, sulle irrazionali (una parola chiave nel libro) fantasie che
muovono la psiche umana. Uno sguardo che presagisce l'avanguardia
successiva a Farmer (uno su tutti, James G. Ballard). E ancora,
riflessioni sull'ambiguità di concetti quali amore, sessualità,
realtà, giustizia (nel senso di “cosa è giusto”) e della natura
stessa dell'essere vivente. Farmer ci parla di possibilità diverse
di umanità e natura. La rivelazione finale mina il substrato di
complicato realismo fin lì costruito, dimostrando oltretutto
un'eccellente risoluzione narrativa.
È dunque un romanzo assai ricco che
non dà facili risposte nonostante la semplicità della sua
costruzione. “Farmer ha costruito universi assolutamente alieni che
è riuscito a caratterizzare nella loro perfetta alterità con un
numero ridotto di pennellate […]. Peraltro, la scrittura di Farmer
è spesso arruffata e affrettata, priva di una grande cura
letteraria” (Wikipedia).
Con questo romanzo Farmer risultò
scandaloso perché parlava di sesso, che tuttavia non descrive
esplicitamente. Anzi, il protagonista non propende mai completamente
verso la sua “natura trasgressiva”, è sempre in balia di
“un’esasperante atmosfera di controllo esterno e di forzato
autocontrollo interno” (Sebastiano Ferrigni, www.futureshock.info).
Il tema sessuale viene affrontato da Farmer “sempre con lo scopo di
abbattere preconcetti e tabù” (www.fantascienza.it) che trovano
origine nella sua infanzia puritana.
L'edizione più recente è quella in
Urania Collezione.
Pagella: idee alla base ****, sviluppo
***, consigliato ***
Gli anni del Precursore (1960)
si lega a Gli amanti di Siddo in quanto ne condivide
l'ambientazione: l'oppressione sociale e il governo totalitario di
stampo orwelliano. Il mondo è diviso in nazioni/fazioni con diversi
ideali religiosi e politici che si combattono subdolamente con spie
inserite in ruoli chiave. Il romanzo si sviluppa come un action
il cui protagonista è un medico-spia coinvolto in una serie di
intrighi tra i governi e le rigide stratificazioni sociali.
Non è sempre facile capire chi stia
più dalla parte della ragione e chi dal torto. Anche se il
protagonista e la sua fazione sono presi come i “buoni”, Farmer
li mette in discussione senza facili moralismi, e procede rapido e
funzionale, come sempre nella sua narrativa. In effetti è anche
troppo sbrigativo, condensando idee e trame in duecento, veloci
pagine. Farmer ci parla di potere: non solo quello politico, ma anche
il potere della sessualità (femminile) e quello di individui che si
fanno icone simil-religiose.
L'impressione conclusiva è che da
questo romanzo (che deriva da un precedente racconto) si poteva
trarre di più. Di fatto si può dire che in questi due libri Farmer
ha “esplorato gli effetti di una tecnocrazia opprimente”
(www.delosstore.it).
L'edizione più recente, reperibile nel
mercato dell'usato, è quella di Urania Classici del 1997.
Pagella: idee alla base ***½, sviluppo
**½, consigliato ***
Il fabbricante di universi
(1965) è un ottimo esempio di come Farmer si allaccia all'avventura
eroica vecchio stile: trama lineare, velocità d'azione, personaggi
tratteggiati con una certa superficialità. Tuttavia l'autore scrive
al servizio di un'idea di base davvero originale e potente. Un uomo
varca la soglia di un mondo parallelo costruito su più piani e
governato da un misterioso Signore che si diverte a giocare con le
culture e le mitologie terrestri. Questo Signore ha qualcosa a che
fare con Dio? Il protagonista, insieme ai classici aiutanti da
romanzo d'avventura, s'imbarca nel viaggio per raggiungere il palazzo
e ottenere le risposte, che ovviamente capovolgeranno le aspettative.
“Il lavoro di Farmer può essere
definito di "metaletteratura", avendo l'autore lungo tutta
la sua opera continuamente rielaborato temi derivanti dalla
letteratura popolare e avventurosa” (Wikipedia). “Quello che
interessa Farmer è divertire […]. Il Farmer avventuroso ha il
sopravvento sul Farmer che affronta i tabù” (Giampaolo Rai,
www.fantascienza.com). Questo è vero fino a un certo punto; le
tematiche care allo scrittore, fra tutte quella della religione ma
anche quella dei tabù sessuali, non sono approfondite eppure la loro
presenza è evidente, e fornisce alla lettura completezza e stimolo.
Un articolo del sito
www.fabbricantidiuniversi.it (dedicato ai tanti scrittori di
fantascienza e fantasy) fa notare che la storia, e dunque il percorso
dei protagonisti, andrebbe letta “all’inverso, perché mentre gli
abitanti dell’Eden primigenio vivono nella felicità e
nell’edonismo più sfrenato, i Fabbricanti di universi –
nonostante abbiano un potere pressoché assoluto – vivono nell’odio
e nel terrore”. La battaglia per guadagnarsi la libertà e scoprire
la verità, e persino sfidare un dio totalitario, è dunque sempre
lecita.
Il fabbricante di universi
(primo libro di una saga di sei, ma autoconclusivo) rivela dunque i
contenuti personali, originali e all'avanguardia che lo scrittore ha
portato sempre avanti libro dopo libro. L'ultima ristampa italiana è
in Urania Collezione.
Pagella: idee alla base ***½, sviluppo
**½, consigliato ***
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