VISIONI DI JACK (parte 2)
La pubblicazione postuma di scritti più o meno completi ha permesso di dare uno sguardo all'incredibile quantità di pagine scritte che Jack Kerouac ha prodotto nel corso della sua vita. Dagli scritti giovanili, ai racconti, alle bozze di romanzi, ai taccuini e diari di una vita intera, non c'è momento nella vita di Jack in cui lui non si sia trasferito nella pagina scritta. La sua vicenda umana è interamente percorribile grazie alla scrittura: un'estensione di se stesso che lo ha reso immortale. Non c'è artificio o finzione, al massimo un po' di censura personale e tanta rielaborazione sentimentale.
La Leggenda di Duluoz è quell'immensa opera costituita da tutte le sue opere insieme, che Jack aveva concepito sin dall'inizio della sua carriera. Oggi la possiamo leggere e ripercorrere per intero grazie alla pubblicazione di quello che esiste oltre ai romanzi celebri, usciti quando l'autore era in vita. Ed è una scoperta, volume dopo volume. Jack era uno scrittore ordinatissimo. Ha conservato tutto il proprio materiale in cartelle rigorosamente organizzate, addirittura lasciando alcuni manoscritti pronti per la pubblicazione postuma. Mi piace questo ennesimo suo ritratto che fa a pugni con l'icona scapestrata e inaffidabile che si coglie in prima battuta da un romanzo come Sulla strada. Jack scrittore, invece, è uno scienziato che osserva se stesso e le persone che lo circondano, i luoghi, gli oggetti. Il suo scopo sembra essere quello di fissare ogni giorno, ogni evento, ogni pensiero, trascrivendo i risultati delle sue osservazioni sul diario (poi rimaneggiandoli in forma di romanzo). La meticolosità e l'anima di un uomo che vive per l'espressione di se stesso, un artista a tutto tondo.
Sono proprio le pagine più personali a svelare questa Leggenda: romanzi e racconti, pur restando il corpus fondamentale della sua letteratura, non bastano se si vuole andare più a fondo. Ecco la ragione per cui qui darò lo stesso spazio a entrambe queste parti della sua produzione pubblicata, approfondendo una bibliografia che di fatto per una buona metà è poco nota, se non addirittura snobbata (e purtroppo anche difficilmente reperibile).
«Questa è un'altra (e la mia preferita) definizione di letteratura, qualcosa che si racconta per il gusto della compagnia, per comunicare il senso del religioso, del timore-amore reverenziale, sulla vita vera, in un mondo vero che la letteratura […] dovrebbe riflettere.»
Jack KerouacLa Leggenda di Duluoz è quell'immensa opera costituita da tutte le sue opere insieme, che Jack aveva concepito sin dall'inizio della sua carriera. Oggi la possiamo leggere e ripercorrere per intero grazie alla pubblicazione di quello che esiste oltre ai romanzi celebri, usciti quando l'autore era in vita. Ed è una scoperta, volume dopo volume. Jack era uno scrittore ordinatissimo. Ha conservato tutto il proprio materiale in cartelle rigorosamente organizzate, addirittura lasciando alcuni manoscritti pronti per la pubblicazione postuma. Mi piace questo ennesimo suo ritratto che fa a pugni con l'icona scapestrata e inaffidabile che si coglie in prima battuta da un romanzo come Sulla strada. Jack scrittore, invece, è uno scienziato che osserva se stesso e le persone che lo circondano, i luoghi, gli oggetti. Il suo scopo sembra essere quello di fissare ogni giorno, ogni evento, ogni pensiero, trascrivendo i risultati delle sue osservazioni sul diario (poi rimaneggiandoli in forma di romanzo). La meticolosità e l'anima di un uomo che vive per l'espressione di se stesso, un artista a tutto tondo.
Sono proprio le pagine più personali a svelare questa Leggenda: romanzi e racconti, pur restando il corpus fondamentale della sua letteratura, non bastano se si vuole andare più a fondo. Ecco la ragione per cui qui darò lo stesso spazio a entrambe queste parti della sua produzione pubblicata, approfondendo una bibliografia che di fatto per una buona metà è poco nota, se non addirittura snobbata (e purtroppo anche difficilmente reperibile).
«Questa è un'altra (e la mia preferita) definizione di letteratura, qualcosa che si racconta per il gusto della compagnia, per comunicare il senso del religioso, del timore-amore reverenziale, sulla vita vera, in un mondo vero che la letteratura […] dovrebbe riflettere.»
Letture consigliate:
- Diario di uno scrittore affamato (scritti giovanili 1936-43)
- Orfeo Emerso (novella 1945)
- Un mondo battuto dal vento (diari 1947-54)
- The Beat Generation (script teatrale 1957)
- Lettere dalla Beat Generation (lettere 1948-56)
- Libro degli Schizzi (taccuini 1952-54)
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