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KEROUAC: DIARIO DI UNO SCRITTORE AFFAMATO




Si potrebbe dire, estremizzando, che quasi ogni giorno della vita di Jack Kerouac è riportato nell'oceano di taccuini, diari e prosa ordinatamente trascritti a macchina che questo piccolo grande uomo ha lasciato dietro di sé. Una vera estensione di se stesso, del suo pensiero, della sua mano: la pagina scritta, immortale, in qualunque forma (prosa, poesia, haiku, improvvisazione, diario, appunto, script teatrale, recensione). Se per trovare le origini di Jack Kerouac state pensando di rivolgervi ai suoi primi romanzi come La città e la metropoli e Orfeo emerso, state sbagliando. Uno come lui, nelle cui vene scorrevano parole, che si vedeva come il grande scrittore del Rinascimento Americano, ha ovviamente l'inclinazione per la scrittura sin dalla tenera età. Perché non è una semplice passione o una scelta di carriera: è un bisogno ed è innato, al pari di mangiare e dormire.
Gli anni dell'infanzia e dell'adolescenza a Lowell, Massachussets (dove Jack Kerouac nasce il 12 marzo 1922) vedono una lunga serie di scritti, in parte pubblicati, grazie ai quali possiamo iniziare a seguire la vita di Jack dal principio. Da ragazzino Jack è un grande appassionato di sport e di musica e scrive per lo più recensioni sul jazz e sul baseball. A questi fanno seguito le prime trasposizioni di fatti più o meno reali o immaginari, non ancora una vera fiction e non ancora la prosa che utilizzerà in seguito. Infine arrivano i primi racconti e i primi tentativi di romanzo, una scrittura basata sui modelli di Mann e Wolfe, i mentori letterari di Jack.
“Sentendo che era nato per scrivere, Kerouac passò la sua gioventù 'nel travaglio di questa nascita'. Diario di uno scrittore affamato racconta il percorso di Kerouac per diventare uno scrittore e un artista. […] Egli lasciò un'enorme quantità di scritti, accuratamente ordinati in tante cartelle, che sarebbero poi diventati la fonte di questo volume […]. Rappresentano la documentazione straordinaria dell'evoluzione di un artista.” (dall'introduzione del libro in edizione Oscar Mondadori).
Il titolo originale Atop An Underwood si rifà a una raccolta dei suoi primi racconti che Jack voleva pubblicare nel 1941, battuti su una macchina da scrivere Underwood. Ma il materiale proposto in questo libro è più ampio, cronologicamente compreso tra il 1936 e il 1943: dapprima, quindi, gli anni della High School di Lowell (dove, tra l'altro, Jack fa già parte di un gruppo di giovanissimi intellettuali chiamato Prometheans). Poi nel 1940 il passaggio alla Columbia University di New York, che poi però abbandonerà. Il contenuto è davvero vario e variopinto, proprio come doveva essere la creatività di Jack a quei tempi, mossa da stimoli costanti e sempre diversi, alla ricerca di una strada che fosse davvero la sua. Si va dai giornali di ippica autoprodotti, alle recensioni jazz, alle osservazioni, ai raccontini e alle poesie nei quali si intravvede l'ombra del futuro prosatore. Alcune cose verranno persino riprese o citate da Jack quando, alla fine della sua vita, si volgerà indietro alla sua gioventù a Lowell nel romanzo Vanità di Duluoz. L'ultima parte della raccolta è quella più sostanziosa, nella quale è incluso un estratto da The Sea Is My Brother, che al momento della pubblicazione di Diario era inedito ma che poi è uscito come volume a se stante.
Ogni testo è corredato da un'introduzione e il tutto è estremamente curato. Per quanto la lettura di una parte di queste pagine non somigli a niente del Kerouac successivo, questo Diario è un'opera che doveva essere pubblicata. Forse non è così interessante leggere un articolo sull'ippica scritto da un ragazzino, ma le recensioni della musica jazz rivelano qualcosa che ci ricorda le incredibili digressioni sul tema presenti in Sulla strada. Certi “pre-haiku” rivelano con simpatia le ambizioni di Jack (che conoscerà la poesia giapponese haiku solo a metà degli anni 50), e certi racconti ne mostrano chiaramente la sensibilità. Preso complessivamente, è un ritratto dell'artista da giovane talmente esplicito che la sua crescita personale e letteraria si avverte procedendo di pagina in pagina. Ma soprattutto è una prova dell'importanza che la scrittura – l'atto di scrivere ed esprimere se stesso – riveste per il giovane Jack. È questo l'obiettivo fondamentale del libro: fornirci l'inizio della storia. Il mondo privato di Kerouac è sempre stato il protagonista della sua letteratura, ed è la costante che lega indissolubilmente, con pari importanza, la sua prima pagina alla sua ultima.


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