mattbriar

DARK TOWER & STAND: OVVERO STEPHEN KING A FUMETTI

[Update 2.7.2012]


Un altro po' di fumetti che ho letto negli ultimi tempi. In questo caso sono, in verità, graphic novels.
Il fumetto ha dimostrato di poter adattare Stephen King con più successo rispetto al mezzo televisivo o cinematografico. Un territorio rimasto inesplorato fino a pochi anni fa quando alcuni rispettabilissimi disegnatori hanno deciso di tradurre in disegni una delle saghe più colossali e affascinanti, La Torre Nera. Partendo però da un punto di vista diverso, cioè non limitandosi a “disegnare i romanzi” ma stravolgendo la storyline (rendendo cronologico ciò che nei libri non lo è) e focalizzandosi su tutta la prima parte della vicenda, ovvero la gioventù del protagonista.
La saga in sé si presta bene all'interpretazione visiva: ricchissima di scenari, colori, personaggi e luoghi, è la terra più fertile che si potesse scegliere per sbizzarrirsi con grafiche ad alta suggestività. Il maggior risultato dell'edizione a fumetti è infatti nell'aspetto grafico, a mio parere perfettamente riuscito nel centrare un po' tutto l'immaginario kinghiano. Certo, ogni lettore si figura i personaggi a proprio modo, quindi non posso dire che tutti mi siano sembrati perfetti, ma qui sta il bello dell'interpretazione. Anche lo stile narrativo incalzante mi è sembrato ottimo.
Sulle libertà che gli sceneggiatori si sono presi rispetto a quanto narrato – o non narrato – da King, be', questo è l'aspetto più traballante. Ci sono parti ottime, parti buone e parti mediocri. L'apertura (“La nascita del Pistolero”) è ottima, il secondo e il terzo arco (“La lunga via del ritorno” e “Tradimento”) tirano le fila piuttosto bene, discostandosi da quanto narrato esplicitamente nei romanzi, quindi gli ultimi due archi (“La caduta di Gilead” e “La battaglia di Jericho Hill”) tentano di concludere risultando però parzialmente caotici. Questa è la prima serie, centrata sulla gioventù di Roland di Gilead.
La seconda inizia laddove si apriva il primo libro di King, ovvero la vera e propria marcia verso la Torre. “L'ultimo cavaliere: il viaggio comincia” è il primo arco (sarà seguito tra poco da “Le sorelle di Eluria”) per il quale c'è stato qualche cambiamento nel team: i disegni sono visibilmente diversi, e c'è persino qualche errore di coerenza col passato, ma l'atmosfera è estremamente vivida e il ritmo viene lanciato verso un nuovo inizio. La narrazione, anche qui, è particolare, volutamente “dattilografica”, una caratteristica forse (dico forse perché non sono un esperto) dei fumetti americani moderni. Sulla fedeltà a King in questa parte, in fondo non si può chiedere troppo, poiché il libro resta il libro, e un adattamento a fumetti, in particolar modo di genere fantastico, deve privilegiare l'impatto visivo, e in questo The Dark Tower riesce pienamente.
C'è stato poi un altro adattamento fumettistico di un romanzo kinghiano: The Stand (L'Ombra dello Scorpione). Ampio e variegato anch'esso, nato probabilmente dal successo di The Dark Tower, decisamente diverso nei tratti e nei colori (più tradizionali) ma ugualmente dattilografico nel ritmo. Ancor di più, in effetti, dato è un mosaico di linee narrative e di personaggi, come lo è anche il libro, sviluppate secondo una sorta di cronaca dei fatti. E' comunque molto ben riuscito e tra gli autori ritroviamo Lee Bermejo. La serie comprenderà 6 archi (finora sono usciti “Capitan Trips”, “Incubi americani” e “I sopravvissuti”).
Non serve essere fan di Stephen King oppure fumettari incalliti per apprezzare due opere come queste... ovviamente solo dopo aver letto i libri.

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