ARTHUR C. CLARKE (pt.1): LA CITTA' E LE STELLE
Se si vuole leggere la
fantascienza d'autore, Arthur C. Clarke è un autore imprescindibile
e, tra i suoi romanzi, La città e le stelle
lo è altrettanto.
Diaspar è una città sotterranea, eterna, immutabile, fredda, su una Terra spacciata e senza più atmosfera. Gli esseri umani vengono registrati in banchi di memoria per essere poi ricostruiti. Alvin, il protagonista, sta vivendo la sua prima e unica vita e interrogandosi su ciò che ha intorno arriverà a scoprire non soltanto l'artificioso marchingegno di cui è parte, ma anche l'esistenza del cielo e delle stelle al di sopra di Diaspar.
Diaspar è una città sotterranea, eterna, immutabile, fredda, su una Terra spacciata e senza più atmosfera. Gli esseri umani vengono registrati in banchi di memoria per essere poi ricostruiti. Alvin, il protagonista, sta vivendo la sua prima e unica vita e interrogandosi su ciò che ha intorno arriverà a scoprire non soltanto l'artificioso marchingegno di cui è parte, ma anche l'esistenza del cielo e delle stelle al di sopra di Diaspar.
1. La storia. La
riscoperta della natura umana e della Natura con la maiuscola, a
seguito di una (d)evoluzione che ha reso la vita dell'uomo qualcosa
di freddo e innaturale: questo è il grande tema del romanzo, un tema
universale nonché un sempreverde nella letteratura visto con gli
occhi di oggi. Ma il romanzo è stato pubblicato nel 1956 (scritto a
più riprese dalla fine degli anni 30) e per la sua modernità lascia
esterrefatti. Inoltre, Clarke sottintende un raro ottimismo: l'uomo
affronta crisi d'identità e dure conquiste sotto la spinta della
propria tecnologia, ma ne esce comunque vincitore o, per lo meno,
ritrovato.
2. Il protagonista.
L'Unico, altrimenti detto Eletto o Prescelto: il personaggio outsider
che rompe la gabbia del contesto dove vive. Più di mezzo secolo
prima di Matrix,
Clarke narrava l'idea di un mondo precostruito nel quale un'anomalia
ritorna costantemente per tentare di ribaltarlo e di ripristinare una
condizione "naturale".
3. La tecnologia. La
fantascienza di Clarke è da un lato intimistica, dall'altro
tecnologica. La città e le stelle non
è un libro "spiegone", anzi: come dice la postfazione
dell'edizione Urania Collezione, nelle opere mature di Clarke la
scienza è il tessuto del sogno. Ma a riprova che Clarke aveva un
background scientifico, vi sono delle intuizioni che ci fanno
immediatamente pensare all'attuale era del digitale. L'idea di un
"indirizzo" col quale le persone comunicano senza contatto
non è forse l'embrione dell'email? L'aspetto dei banchi-memoria non
ci ricorda un ologramma? Anche qui, mezzo secolo di anticipo.
4. Lo stile. Sognante e
descrittivo, poco scientifico (ma, nelle parti in cui lo è, accurato
e mai prolisso), La città e le stelle è
al contempo una lettura facile e profonda. Clarke (come altri autori
di fantascienza, incluso Asimov) è stato talvolta accusato di non
essere un "vero scrittore" perché trascura e appiattisce i
personaggi. Balle: se la fantascienza è una letteratura diversa, e
ogni autore si distingue dall'altro per poetica e stile, allora
Clarke (in particolare con La città e le
stelle) ne è un grande portavoce, capace di
tramandare nei decenni e nei secoli una fiaba futura impregnata di
grandi suggestioni.
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