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DON DeLILLO: BODY ART (IL TEMPO È LA SOLA NARRAZIONE CHE CONTA)


"Il tempo è la sola narrazione che conta. Estende gli eventi e rende possibile la sofferenza e la fine della sofferenza, ci fa vedere la morte e ce la fa dimenticare."

Body Art è la breve storia di Lauren nei giorni successivi all'improvviso suicidio del marito, Rey Robles, un poeta ormai dimenticato, di cui lei è la terza moglie. Dopo la sua morte, Lauren continua a vedere Rey nelle stanze di casa. O meglio, vede un uomo, un estraneo, che le ricorda Rey e potrebbe essere Rey, ma forse non lo è. L'uomo, che battezza Mr. Turtle, vaga come in trance pronunciando frasi sconnesse, stralci di vecchi discorsi, e non è mai perfettamente a fuoco, quasi fosse offuscato da un velo di nebbia.
In un qualsiasi altro romanzo Lauren avrebbe attribuito questa apparizione all'ambito religioso rivolgendosi magari a un prete o a una medium. Ma DeLillo ha sempre avuto lo sguardo dello scienziato, la capacita di analizzare le cose a livello degli atomi o dei bit (vedi Cosmopolis), perciò la prima conclusione che Lauren trae è che Mr. Turtle si manifesti a causa di un diverso fluire del tempo. Gran parte dei suoi ragionamenti, dei discorsi che fa con se stessa nel corso delle pagine, ci fanno capire che sta cercando una possibilità (non necessariamente una spiegazione) in ambito fisico, quantistico. A un certo punto si chiede proprio se non sia il caso di rivolgersi a un fisico.

"Forse quest'uomo sperimenta un altro tipo di realtà dove lui è qui e là, prima e dopo, forse si muove nello spazio e nel tempo, emotivamente sconvolto, in uno stato di collasso, senza un'identità. (...) Pensò che forse viveva in un tempo che non possedeva dimensione narrativa."


L'aspetto sorprendente e affascinante di Body Art, meno di cento pagine che si leggono d'un fiato, è proprio questo: non è la storia di un suicida o di una moglie in lutto, non è la storia di sentimenti comuni che possiamo trovare in qualunque tragedia. Racconta di una persona che si interroga sulla sostanza del ricordo, del tempo, sul dualismo tra il tempo, eterno/intangibile, e il corpo, mortale/tangibile. Non è casuale che Lauren sia una body artist, un'artista che usa il corpo umano come tavolozza o argilla per fare arte. Con una professione del genere, che è soprattutto una ricerca personale, Lauren tenta di definire contorni del corpo, di individuarne i confini, di estenderli.
Di conseguenza affrontare lo "spettro" di Rey, il suo ricordo manifesto aleggiante tra passato e presente, o tra dimensioni parallele, o tra l'allucinazione e la realtà (tutte ipotesi che passano per la testa di Lauren), è un continuo interrogarsi senza risposta sugli enigmi più profondi della nostra esistenza, primo fra tutti la morte e il vuoto che lascia. Ma anche la possibile esistenza di dimensioni che ci sono impossibili da raggiungere, con cui è impossibile comunicare, non solo quelle estreme e distanti da noi (tempo, aldilà), ma anche quelle che giocano una parte nella nostra vita di tutti i giorni. Come la dimensione onirica, i sogni, oggetto di una veloce ma profonda riflessione in una delle scene del libro:

"Il corpo avvolto nel lenzuolo pulsava appena. Ecco cosa provi mentre guardi il corpo silenzioso e vulnerabile, che potrebbe appartenere a chiunque (...) e ti chiedi chi sia, rifletti teneramente sulla verità che non saprai mai, perché questo è il segreto che il sonno custodisce dentro le sue profondità neurali, dentro i suoi stadi, strati e pieghe."

É impossibile non riportare citazioni quando si parla di DeLillo. Insieme a James G. Ballard, è uno dei pochissimi capaci di racchiudere in singole battute o un paio di frasi concetti di proporzioni enormi, che potrebbero agilmente occupare pagine e pagine di discussione, su cui magari noi tutti abbiamo riflettuto privatamente per ore e ore. E spesso sono frasi che gelano il sangue per un motivo o per l'altro: non perché parlino di cose terribili, ma perché arrivano al cuore della questione con l'affilatezza di un bisturi, e ci si ritrova impotenti a comprenderle perfettamente. Ci fanno sentire pressappoco come dev'essersi sentito Mosè con le tavolette in mano di fronte ai comandamenti dettati da Dio.
La prosa di DeLillo è sempre raffinata e sognante, sebbene non sia mai una lettura facile essendo un postmodernista. Body Art si fa apprezzare dalla prima pagina per la sua brevità: va dritto alla sostanza colpendo affilato, come il suddetto bisturi, lasciandoci feriti con mille domande ma anche molte emozioni. Potrebbe essere un buon punto di ingresso per chi volesse iniziare a leggere questo autore.





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