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100 ANNI DI WILLIAM BURROUGHS - pt.3: TRA INTERZONA E LA NOTTE ROSSA



Nel 1973 esce Porto dei santi, romanzo breve scritto durante gli anni trascorsi in Europa, rappresenta un'ennesima scorribanda nei personaggi-simbolo della sua mitologia e nell'erotismo fantasioso, col pretesto di narrare di un gruppo di ragazzi che viaggiano nel tempo e cercano di modificare la storia. Il resto degli anni 70 non sono un periodo molto produttivo, nel quale Burroughs si concentra essenzialmente su saggi e storie brevi; nel 1974 rientra a New York, dove Ginsberg gli ha trovato un incarico di insegnante.
All'inizio degli anni 80, Burroughs va a vivere in Kansas dove resta fino alla fine. In questo decennio scrive e pubblica un nuovo ciclo di romanzi destinato a chiudere la sua produzione con rinnovata importanza letteraria: la trilogia della Notte Rossa.
Nel 1981 esce Città della notte rossa (iniziato già nel periodo londinese) incentrato su vari personaggi (un gruppo di pirati, un adolescente smarrito, un detective alla sua ricerca) e contesti a cavallo tra il reale e l'immaginario, o meglio la storia alternativa (vengono menzionati Messico, Marocco e USA, ma anche Liberatia, un regno anarchico e libertino). I due punti di vista da cui è narrato il libro (il detective nel presente e il pirata nel passato) si accavallano in un amalgama che spesso disorienta e rompe qualsiasi tentativo di trama. La forza del libro, al solito, è nel linguaggio e in ciò che riesce a evocare, sebbene la struttura del libro, e dell'intera trilogia, non sia basata sul cut-up ma su una prosa più "convenzionale" (le virgolette sono d'obbligo).
Strade morte, 1983, è il secondo libro della trilogia, altrettanto non lineare: vi troviamo un pistolero del vecchio west e viaggi temporali. Qui Burroughs sfoga tutta la sua passione e la conoscenza delle armi. Terre Occidentali chiude la trilogia nel 1987, e si focalizza sull'esplorazione della morte mediante allucinazioni, sogni, occultismo, magia e superstizione. Il titolo infatti si ispira al Libro dei Morti egiziano (la riva occidentale del Nilo è la terra dei morti). Da sempre affascinato dalle civiltà scomparse, la conoscenza di Burroughs sull'Antico Egitto deriva da una ricerca a cui si dedica a metà degli anni 80 che lo ispira a comporre questo libro. La sua prosa rimane tipica, le scene saltano avanti e indietro tra personaggi e contesti irreali e semi-autobiografici. Il romanzo viene considerato il migliore della sua produzione più recente, in grado di rivaleggiare con Pasto nudo, nonostante la visceralità e il linguaggio difficile che sono comunque un tratto tipico di Burroughs.
Una pubblicazione importante è Interzona, che esce 1989 ma contiene testi e racconti di diverse estrazioni e più o meno rielaborati o sfruttati per Pasto nudo e i romanzi della Trilogia Nova. Vi ritroviamo infatti molti nomi di personaggi e luoghi; lo stesso titolo fa riferimento alla International Zone di Tangeri, dove Burroughs è vissuto negli anni 50, trasformata nel luogo mentale delle visioni da droga protagoniste dei suoi libri del periodo. C'è molto materiale anche giovanile e la scrittura abbastanza tradizionale, pur nel visionario stile del suo autore (ma senza cut-up), lo rende un testo molto interessante, il "lato didattico" dei testi più sperimentali e deliranti.
Tra le opere minori va citato anche Lettere dallo Yage (1963), una raccolta di lettere tra Burroughs e Allen Ginsberg relative al viaggio in Amazzonia di Burroughs del 1953 alla ricerca dello Yage (Ayahuasca), una pianta dai favoleggiati poteri telepatici oltre che allucinogeni. Alcuni aneddoti presenti nella corrispondenza furono integrati in Pasto nudo, e l'ultima parte del libro contiene un poema realizzato con un primo tentativo di cut-up.
Burroughs ci lascia nel 1997 alla veneranda età di 83 anni. I suoi diari degli ultimi giorni sono stati pubblicati in America col titolo Last Words.
The End



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