mattbriar

STRANGER THINGS: STAGIONI 1 & 2



Riguardando la prima serie di Stranger Things ho avuto conferma della mia prima impressione: si tratta di un riuscito mix di idee classiche, condito da una dose di nostalgia per un'epoca (gli anni 80) che per il cinema è stata grandiosa. La storia è debitrice di tutta la tradizione horror a partire dalle mitologie gotiche di Lovecraft fino alle rivisitazioni attualizzate dello Stephen King prima maniera; poi ci sono un paio di elementi cari alla fantascienza, i superpoteri mentali e le cospirazioni governative. Sono i personaggi e l'atmosfera a entrare nel cuore, a funzionare in quanto ben dosati, mai stereotipati o eccessivi, con il giusto humour che consente di non far diventare il tutto troppo pretenzioso. Insomma, a guardare questa serie si prova il medesimo gusto di quando si guarda Indiana Jones, ET o I Goonies.

La seconda stagione cerca di andare oltre in tutto: trama più complessa, pericoli più grandi. Ma per farlo sacrifica un po' dello spirito iniziale. Ci sono troppi adulti e troppe armi, il ritmo inizia bene ma poi, negli ultimi 3-4 episodi, affretta e si accontenta di soluzioni facili. Quando scorrazzano quei mostriciattoli a due zampe che paiono usciti direttamente dagli osceni seguiti di Tremors è evidente che si inizia a perdere colpi. E alla fine della storia, il cattivone (quel "ragno" gigante così lovecraftiano che prometteva grandi cose all'inizio) è ancora là, nulla si è fatto, nulla è cambiato, a parte che Undici sta pericolosamente (per noi spettatori) somigliando sempre più a un Super-Saiyan. La domanda che alla fine mi resta è: ma perché?
Conto che la terza stagione ristabilisca l'equilibrio perduto, altrimenti persino Stranger Things si rivelerà un'ennesima buona occasione mandata a quel paese.

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