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KEROUAC: SULLA STRADA - IL ROTOLO ORIGINALE




«Credevo fermamente in una buona casa, in una vita sana e corretta, nel buon cibo, nel divertimento, nel lavoro, nella fede e nella speranza. Ho sempre creduto in queste cose. E con un certo stupore mi resi conto di essere una delle poche persone al mondo che credevano davvero in queste cose ma non andavano in giro a farne una tediosa filosofia borghese.»
Jack Kerouac, Sulla strada

Com'è noto, il romanzo tratta dei quattro viaggi che Jack Kerouac compie da una parte all'altra dell'America tra il 1947 e il 1950 insieme a Neal Cassady (nel romanzo, Dean Moriarty), un amico nonché la figura di eroe moderno che segna per sempre l'immaginario di Jack. Durante i viaggi Jack tiene dei diari personali su cui annota ogni cosa, fatto e sensazione. Questo materiale (tra l'altro selezionato e pubblicato in Un mondo battuto dal vento – I diari) rappresenta la sua produzione principale nel periodo di fine anni 40, quello dei viaggi appunto, e sarà poi alla base del lavoro sul romanzo.
Nel primo viaggio, Jack (da New York) raggiunge Neal a San Francisco tramite autostop e autobus, passando per Denver, e poi torna a casa (estate-autunno 1947). Il secondo viaggio vede Jack e Neal insieme diretti a New Orleans e poi a San Francisco (inverno 1948-49). Nel terzo viaggio, Jack raggiunge Denver, poi di nuovo San Francisco da Neal (primavera 1949). Nel quarto viaggio Jack si dirige ancora a Denver, poi a Città del Messico, e infine torna a New York (estate-autunno 1950).
I viaggi e le permanenze nelle varie città, tra la costa est e la costa ovest degli Stati Uniti, sono segnati da sesso, alcol e locali jazz: un inno alla libertà e allo sprezzo delle regole ma che non si limita a questo. Sradicando le vecchie “tediose filosofie borghesi” Jack tenta di ridefinire nuove regole che pur mantengono al centro ideologie di amore, famiglia, lavoro e fede. E sta qui la sottile linea che separa Sulla strada (e per estensione tutta l'opera kerouachiana) da una facile e povera idea di opposizione, rifiuto e protesta, dall'immagine di giovani in brillantina che traggono soddisfazione dal disobbedire ai genitori e dar loro preoccupazione. Nella sua visione del “mondo nuovo” per come dovrebbe essere, Kerouac tenta soltanto di prevaricare materialismo e consumismo, imperanti nell'America degli anni 50, nonché le ossessioni da Guerra Fredda (un altro scrittore fondamentale che ha discusso questo contesto in gran parte delle sue opere è Philip K. Dick). C'è molta riflessione, in Kerouac, sulle contraddizione e i paradossi della società in cui si muove (che segnano in primis la sua stessa esistenza), e non manca di descrivere gli aspetti più tristi e disdicevoli che anche uno stile di vita come quello che suggerisce inevitabilmente comporta. E alla fine non c'è risposta assoluta, ma tante piccole verità con cui dar senso a ogni giorno, uno alla volta.
Quando si legge On The Road si può restare più o meno impressionati, nel bene o nel male, da ciò che si legge in termini di vicende, ma si resta inevitabilmente colpiti (o meglio, folgorati) da Kerouac e dal suo stile. La scrittura a fiume, una cascata impetuosa che al contempo è puntuale e precisa, sempre affascinante e sentimentale, pura poesia di sensazioni e pensieri colti sul nascere. Metaforicamente è l'auto in corsa su cui Jack, Neal e le altre comparse si muovono nel libro. La prosa affonda le sue radici nei taccuini zeppi di note e appunti di viaggio, ma anche in una memoria straordinaria e in una mente che sa rielaborare il tutto con sentimento ineguagliato. Il flusso cartaceo sul rullo della macchina da scrivere è la prosecuzione fisica, l'estensione, del flusso mentale di Jack. E questo è particolarmente vero per la versione originale, il famoso rotolo, pubblicato di recente. A mio parere brilla ancor più dell'originale classico: non è per via delle scene che mancano nell'altro (episodi espliciti che hanno a che fare con sessualità ambigua e personaggi all'epoca troppo in vista... una sciocchezza, oggi, se pensiamo alla roba che passa in tv), bensì per la scrittura stessa, un monolito di inaudita potenza e bellezza. La versione rotolo, tra l'altro, non tiene nemmeno conto delle correzioni apportate da Jack a mano sui fogli, dopo la battitura.
La pubblicazione è stata condotta in modo preciso e rispettoso, e anche l'edizione italiana è eccellente. È introdotta da un centinaio di pagine di saggi sulla genesi di On The Road, sul suo ruolo in letteratura e sul confronto tra le due versioni (il terzo saggio pone interessanti questioni sui “pro e contro” delle due versioni). In chiusura c'è un simpatico e commovente articolo della compianta Fernanda Pivano, alla quale noi italiani dobbiamo la possibilità di conoscere e avere i libri degli autori Beat, un ramo prezioso di grandiosa e controversa letteratura.
Sull'importanza di questo romanzo è quasi scontato soffermarsi: storicamente è stato il trampolino di lancio della letteratura Beat e uno dei testi di riferimento del movimento controculturale degli anni 50-60 (ma la sua influenza non cessa neppure oggi). Per Kerouac dapprima è la consacrazione di un sogno, poi si trasforma nella terribile consapevolezza che il sogno non è come doveva essere.
Entro il 1957, quando esce Sulla strada, Jack ha scritto metà della sua produzione più conosciuta e alle sue spalle ha tutti i taccuini, i diari e le bozze su cui baserà gran parte della successiva metà. È chiaro quindi che la celebrità successiva al 1957 segna l'inizio della fine per Jack, come uomo e come scrittore, incapace di gestire ciò che ha creato, di trovare le risposte di cui è alla ricerca da sempre, sfiorate solo nei momenti di maggior serenità ed entusiasmo, momenti che si faranno sempre più rari fino a sparire del tutto.


«Tutto ciò che io volevo e tutto ciò che Neal voleva e tutto ciò che ognuno voleva era una sorta di penetrazione nel cuore delle cose dove, come in un grembo, potessimo rannicchiarci e dormire l'estatico sonno.»
Jack Kerouac, Sulla strada



Leggi La vera storia di Sulla Strada

Commenti

  1. Io ho letto "solo" questo, ed anche io ne sono rimasto estasiato.
    E' il libro che avrei voluto leggere a 20 anni.

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  2. Io lho letto giusto a ventanni!! Ed e stato lui che mi ha chiamato! Scorrevo il dito su dei libri in biblioteca-sezione americana-e lessi il titolo sulla strada sul taglio del libro. Lho preso,ho letto il sunto e.... lho dovuto leggere. Mi ha rimesso in viaggio.

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